UDINE - "Diventa sempre più rilevante mettere insieme i portatori di interesse che fanno capo a un bacino uniforme con obiettivi comuni, qual è quello dell'Adriatico, per cooperare e innovare il sistema dell'acquacoltura: un settore che dovrà esser implementato tenendo conto che la risorsa mare sconta un impoverimento degli stock ittici". Lo ha affermato l'assessore regionale alle Risorse Agroalimentari, forestali e ittiche del Friuli Venezia Giulia, Stefano Zannier, alla presentazione del progetto AdriAquaNet, ieri a Udine.
Si tratta di un'iniziativa di cooperazione - spiega una nota della Regione - finanziata dal programma Ue Interreg V Italia-Croazia 2017-2020, attraverso cui sette laboratori di ricerca, un consorzio e quattro industrie, italiani e croati, si dedicheranno a sviluppo e applicazione di tecnologie innovative nell'itticoltura. Secondo Zannier, il progetto rappresenta un'opportunità per un sistema in cui serve "un'interazione fra tutti i soggetti. Le azioni che si stanno portando avanti anche attraverso gli Interreg contribuiscono a creare le condizioni per uno sviluppo economico-ambientale sostenibile". Sulla possibilità di ampliare la produzioni implementando la coltura nelle zone lagunari Zannier ha sottolineato come "uno sviluppo è possibile ma ci sono delle precondizioni non scontate di cui tenere conto", come la non alterazione degli equilibri.
Per i prossimi due anni e mezzo, circa 100 esperti lavoreranno al progetto per trasferire conoscenze avanzate e nuove tecnologie su tutta la filiera dell'acquacoltura. Particolare attenzione - riferisce la Regione - verrà posta alla messa a punto di nuovi metodi di alimentazione del pesce d'allevamento, nuovi vaccini e composti naturali a supporto della salute dei pesci, nuovi sistemi di gestione dei rifiuti da allevamenti di mare così da estrarre biocarburanti riducendo l'inquinamento delle acque. Si punterà inoltre all'elaborazione e commercializzazione di nuovi prodotti alimentari.
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