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Tempo Libero

Frida Kahlo l'artista. Ecco perchè al Mudec c'è una mostra diversa da tutte le altre

Curatore, opera rimpiazzata dalla vita, lei ingoiata dal mito

'Frida Kahlo - Oltre il mito', al Mudec di Milano. © Ansa
  • di Gioia Giudici
  • MILANO
  • 31 gennaio 2018
  • 19:27

 Un'opera fagocitata dal mito, un'artista offuscata dalla sua biografia: siamo tutti neoromantici innamorati di Frida Kahlo e della sua vita piena di dolore, ma oltre la malattia, l'incidente, gli aborti e i tradimenti dell'amato Diego Rivera, c'è di più, ed è un'artista dallo straordinario talento, svelato dalla mostra 'Frida Kahlo - Oltre il mito',  al Mudec di Milano (1 febbraio - 3 giugno)
    "Per quanto possa sembrare paradossale - spiega Diego Sileo, curatore della mostra, conservatore del PAC e storico dell'arte specializzato in arte contemporanea latinoamericana - è proprio il gran numero di eventi espositivi dedicati a Frida Kahlo che ha portato ad ideare questo nuovo progetto perché - contrariamente a quanto appare - la leggenda che si è creata attorno alla vita dell'artista è spesso servita solo ad offuscare l'effettiva conoscenza della sua poetica. Fino ad oggi la maggior parte delle mostre su Frida Kahlo si sono infatti limitate ad analizzare, con una certa morbosità, i suoi oscuri traumi familiari, la sua tormentata relazione con Diego Rivera, il suo desiderio frustrato di essere madre e la sua tragica lotta contro la malattia. Nel migliore dei casi la sua pittura è stata interpretata come un semplice riflesso delle sue vicissitudini personali o, nell'ambito di una sorta di psicoanalisi amatoriale, come un sintomo dei suoi conflitti e disequilibri interni. L'opera si è vista quindi radicalmente rimpiazzata dalla vita e l'artista irrimediabilmente ingoiata dal mito".
    Accantonata dunque per un istante la vicenda biografica che, inutile dirlo, emerge comunque prepotente dalle opere dell'artista, a parlare della Frida artista sono oltre 70 dipinti, 150 foto e 50 disegni, opere provenienti dal Museo Dolores Olmedo di Città del Messico e dalla Jacques and Natasha Gelman Collection, le due più importanti e ampie collezioni di Frida Kahlo al mondo, insieme a prestiti di diversi musei internazionali. Ci sono poi materiali inediti provenienti dall'archivio scoperto nel 2007 di casa Azul, la dimora dell'artista e di Diego Rivera, e da quelli della nipote Isola Kahlo, dell'ex fidanzato Alejandro Gomez Arias e dello scrittore Miguel N. Lira.
    Ad aprire la mostra, simbolicamente, il disegno 'Le apparenze ingannano', dove l'artista si ritrae con un abito trasparente, che lascia vedere la sua fisicità martoriata, solitamente nascosta da ampie vesti. A chiuderla, 16 fotografie in bianco e nero scattate nel bagno di casa Azul, con i bustini, le stampelle e le protesi di Frida. In mezzo, un allestimento tematico, legato al ruolo di artista: il corpo, la donna, la terra e, immancabile, il dolore, con quella resilienza che ha reso la pittrice un'icona. Per capire perché tutti amino Frida basterebbe leggere la lettera, inedita, spedita all'allora fidanzato Arias dall'ospedale, un mese dopo il terribile incidente sul tram: la giovane si lamenta del dolore, ma sigilla la missiva con un bozzetto di autoritratto sorridente e la frase 'La vita comincia domani'. Un atteggiamento che Frida non abbandonò fino alla fine tanto che, poco prima di morire, scrisse 'viva la vida' sul suo ultimo quadro. 
   

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