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Zuppi, se il carcere non ha la porta aperta non è un carcere

Zuppi, se il carcere non ha la porta aperta non è un carcere

Il presidente Cei commenta la Bolla del Papa per il Giubileo

CITTÀ DEL VATICANO, 10 maggio 2024, 18:28

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

"Penso che il Papa ci aiuta a capire il vero senso del Giubileo che è quello di preparare il futuro, liberare da tutto ciò che appesantisce, è opportunità di ritrovare se stessi o di ritrovare un'azione che promette la speranza, che ha bisogno di consapevolezza e di opportunità come quella dell'amnistia". Lo ha detto il cardinale presidente della Cei, Matteo Zuppi, ai media vaticani, a margine del Salone del Libro a Torino.
    Rispetto all'indicazione di Francesco, di aprire una Porta Santa di una prigione nell'Anno Santo, il cardinale ha commentato: "Se il carcere non ha la porta aperta, non è carcere, è un'altra cosa. Quando in maniera ignorante si dice 'chiudiamo la porta e buttiamo la chiave', ecco questo è sbagliato, sia per chi sta fuori che in realtà è più insicuro, sia ovviamente per chi sta dentro. È giusto, aprire la porta significa preparare il futuro, liberare dalle conseguenze del male e quindi sconfiggerlo".
    Come incaricato del Pontefice per trovare possibili vie di dialogo nel conflitto in Ucraina, il porporato afferma che su quel fronte "continua tutta l'attenzione per tutti gli aspetti umanitari, tutti. Da parte della Santa Sede - conclude - e da parte mia cerco di fare tutto quello che mi è possibile perché questa è l'indicazione forte di Papa Francesco. Credo che bisogna spingere la comunità internazionale perché ci si accordi per un quadro di negoziato".
   

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