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Efsa, Italia seconda per focolai di peste suina tra cinghiali

Efsa, Italia seconda per focolai di peste suina tra cinghiali

Casi tra i suini aumentati di 5 volte rispetto al 2022

BRUXELLES, 16 maggio 2024, 18:44

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

E' di cinque volte superiore rispetto al 2022 il numero di focolai di peste suina africana tra i suini domestici nell'Ue nel 2023, con una quota simile a quella del 2019. Lo certifica l'ultimo rapporto epidemiologico annuale pubblicato dall'Autorità europea per la sicurezza alimentare, Efsa, secondo cui nel 2023 14 Stati membri Ue hanno sperimentato focolai della malattia che colpisce suini e cinghiali. Quanto alla diffusione tra i cinghiali, l'Italia è seconda solo alla Polonia per numero di focolai.
    L'Autorità con sede a Parma osserva che nel 2023 si è registrato il maggior numero di focolai dal 2014, trainati dall'introduzione e dalla successiva diffusione in Croazia e dalla sua recrudescenza in Romania, che hanno rappresentato ben il 96% dei focolai dell'Ue. Nel resto del continente, i focolai sono stati "sporadici" a detta di Efsa: 30 in Polonia, 16 in Italia e meno di 10 nei restanti 6 Stati membri colpiti.
    L'Italia è tra i Paesi insieme a Grecia, Croazia, Germania e Polonia dove la peste suina tra i suini domestici si è affacciata per la prima volta in nuove aree, sintomo di una diffusione più ampia tra le regioni. L'agenzia spiega ancora che in Italia, un piccolo focolaio si è verificato al Nord, un focolaio è stato notificato anche in Sardegna e alcuni focolai sono stati notificati per la prima volta nella regione meridionale del Paese.
    Quanto alla diffusione tra i cinghiali, il numero di focolai nel 2023 è aumentato del 10% rispetto all'anno precedente. Il virus è stato introdotto per la prima volta in Svezia e Croazia e si è diffuso in nuove zone d'Italia, riapparendo anche in Grecia dopo una pausa di due anni. Tra gli Stati membri, la Polonia ha notificato il maggior numero di focolai nei cinghiali, circa 2.686, che rappresentano il 34% dei focolai nell'Ue, seguita da Italia (1.051) e Germania (888).
    Gli esperti dell'EFSA raccomandano di dare priorità alla sorveglianza passiva, come il rilevamento dei segni clinici della malattia, oltre alla ricerca e l'analisi delle carcasse.
    L'agenzia europea con sede a Parma ricorda ancora che a ottobre emetterà un "parere scientifico" rivedendo i fattori di rischio per l'emergenza, la diffusione e la persistenza del virus che provoca la malattia negli animali.
   

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