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Pizzaballa, incontrarsi per la pace, anche se sembra folle

Pizzaballa, incontrarsi per la pace, anche se sembra folle

Il Patriarca di Gerusalemme sottolinea il ruolo dei cristiani

ROMA, 01 gennaio 2024, 11:12

Redazione ANSA

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© ANSA/EPA

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Per parlare di pace bisogna incontrarsi, ascoltare, "fare spazio ad un'altra voce oltre alla propria", "rinunciare o accantonare qualcosa di proprio, una visione, un'opinione, un'aspettativa". Lo ha detto il Patriarca latino di Gerusalemme, il cardinale Pierbattista Pizzaballa, nell'omelia della prima messa dell'anno.
    "In questi nostri contesti di conflitto quasi permanente, dove religione, politica e identità nazionale si mescolano costantemente, creando così un pantano quasi inestricabile, incontrarsi richiede coraggio e una sorta di 'follia'. Perché di generazione in generazione, narrazioni diverse e opposte alimentano il sospetto e la sfiducia reciproci tra gli abitanti di questa Terra e coltivano nella coscienza di tanti lo spirito di conquista, di violenza e di disprezzo per chi è diverso da loro. Sono narrazioni - ha sottolineato il cardinale di Gerusalemme - che inquinano il cuore di tanti, che a causa di tutta questa fatica a comprendere ogni possibile proposta di incontro, confondono sempre più la pace con la vittoria".
    E invece "la pace, la pace vera, quella costruita su un sincero desiderio di incontro, di accoglienza e di fraternità, richiede necessariamente anche un cammino di conversione. Si tratta innanzitutto di cambiare modo di pensare, liberare il proprio cuore dallo spirito di violenza, di conquista e di vendetta. Tutti abbiamo bisogno di conversione, di purificare il nostro modo di guardare gli avvenimenti della vita, di costruire contesti di bellezza. Non c'è pace senza conversione".
    Pizzaballa ha sottolineato il ruolo dei cristiani nella ricerca della pace: "Sono sempre più convinto che in questo contesto complesso, la principale vocazione e missione della piccola comunità cristiana è proprio questa: coltivare il desiderio di incontro", "superare i confini etnici, religiosi e identitari".
    "Sono tanti gli uomini e le donne di ogni fede che sono capaci ancora oggi di questa testimonianza, anche qui in questa terra difficile. Ma abbiamo bisogno anche della testimonianza di una comunità, che sappia vivere, innanzitutto al proprio interno, e in contesti aperti e condivisi, questa libertà. E la nostra piccola comunità cristiana potrebbe fare questa differenza. È il mio sogno, ed è la follia che vorrei condividere con tutta questa piccola e amata chiesa di Gerusalemme", ha concluso Pizzaballa.
   

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