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Commissione Orlandi: Peronaci, ombra del ricatto internazionale

Commissione Orlandi: Peronaci, ombra del ricatto internazionale

Giornalisti auditi, 'importante ruolo dei servizi segreti'

ROMA, 16 maggio 2024, 15:32

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

Quella di Emanuela Orlandi è "una storia intrinsecamente politica, legata alle tensioni del periodo, che lascia intravedere una pista internazionale, l'uso di Alì Agcà come pedina della Guerra Fredda, in relazione alle sue accuse a Mosca di essere stata mandante dell'attentato, poi ritrattata; e una economica, legata agli scandali finanziari e alla opacità di certi rapporti tra malavita e ambienti ecclesiastici". Lo ha sostenuto il giornalista investigativo del Corriere della sera, Fabrizio Peronaci, audito dalla commissione bicamerale di inchiesta sulle scomparse di Mirella Gregori ed Emanuela Orlandi. L'audizione, iniziata alle 10.30 con il giornalista del Tempo Gianni Sarrocco, è andata avanti quasi tre ore. Peronaci ha consegnato oltre a una memoria, 28 documenti allegati.
    Su Emanuela Orlandi, Peronaci ha affermato: "Il sequestro è stato a lungo premeditato. Difficile credere alla pista sessuale: un maniaco o un pedofilo non pedina per giorni le sue vittime nè sollecita l'interessamento dei servizi segreti".
    C'è poi una intervista di Ercole Orlandi dell'11 maggio 2001 in cui il padre della donna rivela: "Mia figlia rapita dai servizi segreti" e l'anomalia dello zio, Mario Meneguzzi, che diventa portavoce della famiglia. Peronaci ha ricordato quindi i ruoli di primo piano dei magistrati Ilario Martella (giudice istruttore del caso dal 1985 al 1990) e del giudice Imposimato, "fortemente convinto del sequestro a scopo di ricatti politici nato a Mosca". Peronaci ha anche ricordato la frase che Ercole Orlandi avrebbe detto in punto di morte secondo quanto riferito dal figlio Pietro: "Sono stato tradito da chi servivo".
    Un particolare non conosciuto è emerso oggi dall'audizione di Gianni Sarrocco. "Quando andai alla scuola di musica di Emanuela Orlandi per parlare con la direttrice, il portiere mi fece firmare il registro delle visite e notai che prima di me c'era il nome di Gangi con scritto vicino Servizi Segreti e feci scattare una foto al fotografo". "Gangi - ha aggiunto l'ex giornalista del Tempo - si scoprì poi che era appunto al Sisde e che era fidanzato con una cugina di Emanuela". Sarrocco ha comunque riferito di non avere più la foto che "non è mai stata pubblicata", "potrebbe essere rimasta negli armadi del giornale".
   

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