Dopo i primi spari la pistola di
Claudio Campiti, l'autore della strage di Fidene a Roma si
inceppò ma l'uomo riuscì a sbloccarla e a continuare a sparare.
E' quanto è emerso al racconto dei carabinieri che hanno svolto
le indagini su quanto compiuto l'11 dicembre del 2022 quando
morirono quattro donne. Nel corso dell'udienza è stato mostrato
anche il video dell'azione omicidiaria. "Campiti dopo avere
risolto il problema con la Glock ha continuato così a colpire le
vittime fino a quando un condomino gli si è avventato addosso.
A quel punto Campiti gli ha sparato sul viso ma lo ha colpito di
striscio", ha raccontato il testimone.
Il comandante dei Nucleo Investigativo dei carabinieri di
Roma Dario Ferrara ha spiegato che l'arma utilizzata "aveva una
matricola che era stata registrata al tiro a segno nazionale
sezione di Roma" e "abbiamo inviato subito sul posto personale
per fare accertamenti. Nessuno si era accorto che mancava la
pistola".
In aula è intervenuto anche il primo carabiniere entrato nel
gazebo dove era stata compiuta la strage. "Appena all'interno ho
visto sulla destra i corpi senza vita di tre donne, due a terra
e una ancora seduta. Altre persone erano sopra Campiti che lo
stavano immobilizzando. Campiti chiedeva dei carabinieri 'voglio
i carabinieri'", ha detto il maresciallo Marco Valli della
stazione Roma Fidene.
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