Israele, ha spiegato Blinken in un'intervista alla Cbs - ricordando il suo Rapporto presentato nei giorni scorsi al Congresso Usa -, ha "la conoscenza e gli strumenti per ridurre i danni ai civili nelle sue operazioni militari". Tuttavia - ha sottolineato - "i risultati sul terreno, incluso l'elevato numero di vittime civili, sollevano sostanziali dubbi sul fatto che l'Idf li abbia usati in modo efficace in tutti i casi".
Secondo il bilancio fornito dalla fazione islamica, i morti dall'attacco del 7 ottobre e l'avvio della guerra nella Striscia sono arrivati a 35.034 mentre i feriti sono 78.755: dati tuttavia contestati da Israele perché non distinguono tra civili e miliziani e non rivelano quante siano le vittime provocate dai razzi dai gruppi armati palestinesi ricaduti all'interno della Striscia.
Il segretario di Stato ha poi sottolineato che gli Usa "non hanno ancora visto" un "piano chiaro e credibile" per proteggere i civili a Rafah, come richiesto più volte da Washington. Ma ha precisato che sul blocco delle armi allo Stato ebraico - minacciato dal presidente Joe Biden in caso di attacco alla città - "al momento l'unica" consegna rinviata sono le "bombe ad alta carica perché ci sono trattative in corso con Israele, dato l'impatto che queste armi potrebbero avere se usate in aree densamente popolate".
Hamas ha invece attaccato direttamente Biden per aver sostenuto che un cessate il fuoco ci sarebbe "domani" se venissero liberati i circa 130 ostaggi israeliani ancora trattenuti a Gaza. Frasi che per Hamas rappresentano "una battuta di arresto rispetto ai risultati dell'ultimo round di negoziati, che avevano portato al consenso del movimento sulla proposta avanzata dai mediatori". (ANSAmed).
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