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Distretti umbri superano il miliardo di euro di esportazioni

Distretti umbri superano il miliardo di euro di esportazioni

Crescita 12,2%. protagonista maglieria-abbigliamento di Perugia

PERUGIA, 17 maggio 2024, 14:09

Redazione ANSA

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

"Buona competitività" e "buon andamento" nel 2023 per i Distretti umbri nei mercati internazionali che superano il miliardo di euro di esportazioni, con una crescita del +12,2% rispetto al 2022. A trainare principalmente è il distretto della Maglieria e abbigliamento di Perugia, che rappresenta il 67% delle esportazioni distrettuali umbre, superando del 21,8% il valore del 2022. Oltre alle "eccellenti performance" della moda, come export vanno bene anche meccatronica e agroalimentare.
    Il quadro emerge dal Monitor dei Distretti dell'Umbria con l'analisi della Direzione studi e ricerche di Intesa Sanpaolo, illustrata a Perugia, alla presenza di Tito Nocentini, direttore regionale Toscana e Umbria Intesa Sanpaolo, e di Carlo Pacifici, consigliere delegato a Credito e Finanza Confindustria Umbria.
    Per Nocentini ci sono "luci ed ombre" ma da evidenziare è comunque il bicchiere mezzo pieno: "I risultati sono anche migliori della media nazionale, pur in un contesto di rallentamento della domanda mondiale". Anche per Pacifici l'Umbria "si è dimostrata in perfetta sintonia con il trend positivo nazionale".
    Gli economisti della Direzione studi e ricerche della banca hanno poi illustrato il quadro, analizzando prima i dati nazionali che evidenziano una Italia "non più fanalino di coda" con prospettive di crescita nonostante il contesto esterno: l'Italia ha infatti la maggiore crescita cumulata tra il 2021 e il 2024 rispetto all'area euro, con gli esperti che non si aspettavano un recupero così forte. A mettere al riparo il paese - è stato spiegato - sono state soprattutto le filiere produttive radicate a livello locale e la diversificazione, con l'organizzazione distrettuale che ha sostenuto l'economia consentendo di trovare le materie prime.
    Distretti che quindi recitano un ruolo di primo piano anche per il "buon andamento" dell'export dell'Umbria. Protagonista soprattutto il distretto maglieria e abbigliamento di Perugia con una crescita consistente per entrambe le sue componenti: le esportazioni di maglieria (+19%) e la componente di abbigliamento (+23%). Questi risultati sono legati alla presenza nel distretto di alcuni importanti operatori del sistema del lusso con una forte vocazione internazionale, ma anche agli operatori in filiera che supportano e alimentano queste produzioni. I principali mercati di destinazione sono rappresentati da Stati Uniti (in crescita del 13%) e Francia (in crescita del 32%). Da segnalare, inoltre, il buon andamento delle esportazioni verso la Cina (in crescita del 18,7%) che rappresenta il terzo mercato di sbocco.
    Il distretto dell'olio umbro ha invece sostanzialmente confermato il valore di esportazioni del 2022, con una crescita del 24,9% nell'ultimo trimestre, che ha riequilibrato l'andamento dei primi nove mesi del 2023. Gli Stati Uniti consolidano il ruolo di primo mercato di sbocco, con una crescita di oltre 9 milioni di euro. Crescono anche le esportazioni verso il Canada (+45,6%), restano stabili quelle verso la Spagna, mentre si riducono le esportazioni verso Francia e Corea.
    In calo, invece, le esportazioni del mobile dell'alta valle del Tevere che si attestano a 84,8 milioni di euro, con una riduzione (-10,0%). In particolare, le riduzioni più significative si sono registrate nelle vendite verso Stati Uniti, Germania e Francia, solo in parte compensate dalle crescite maturate verso Svizzera, Regno Unito e Grecia.
    Le prospettive per il 2024, nonostante le incertezze geopolitiche, per gli analisti sono quelle di una graduale ripresa degli scambi mondiali a partire dalla seconda parte dell'anno, favorita anche da un allentamento della politica monetaria.
    Le grandi sfide che le imprese dovranno affrontare, hanno ricordato infine Nocentini e Pacifici, riguardano l'innovazione digitale e la transizione green. Due fattori che guideranno i processi di investimento delle imprese e che dovranno essere sostenuti da forza lavoro qualificata.
   

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