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Il governo ai sindacati, ecco il piano di rilancio dell'ex Ilva

Il governo ai sindacati, ecco il piano di rilancio dell'ex Ilva

Incontro a Palazzo Chigi sul futuro dell'impianto. Fiom: 'No a nuovi piani, applicare quello del 2018'

ROMA, 29 aprile 2024, 19:27

Redazione ANSA

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Ex Ilva: convocazione a Chigi per sindacati Fim-Cisl, Fiom-Cgil, Uilm-Uil, Usb e Ugl metalmeccanici - RIPRODUZIONE RISERVATA

Al via a Palazzo Chigi l'incontro tra il governo e i sindacati metalmeccanici Fiom-Cgil, Fim-Cisl, Uilm-Uil, Usb e Ugl metalmeccanici sull'ex Ilva di Taranto, secondo quanto sia apprende. Per il governo sono presenti il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, il ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Marina Calderone, il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, in videocollegamento, e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano. All'incontro partecipano anche i commissari straordinari di Acciaierie d'Italia (Adi).
    Al centro del confronto il piano industriale, che a breve verrà presentato a Bruxelles per il via libera al prestito ponte da 320 milioni di euro all'azienda.  

Fiom: 'No a nuovi piani, applicare quello del 2018'

"Non siamo più disponibili a discutere di piani di lungo periodo, noi abbiamo un piano che deve essere applicato ed è quello del 2018 e per poterlo realizzare servono le risorse". Lo ha detto il segretario generale della Fiom Cgil Michele De Palma, uscendo da Palazzo Chigi. "Il governo ci ha detto che sono in via di intervento per 150 milioni e in più i 320 milioni del prestito, che devono essere autorizzati dalla Commissione Ue. Ma il tempo che è passato finora è stato fin troppo, i 320 milioni servivano subito. Queste risorse non bastano, le nozze con i fichi secchi non si fanno", ha sottolineato il leader sindacale.

Usb, in arrivo nuova norma per altri 150 milioni

Il governo farà "un'altra norma per spostare altri 150 milioni da Ex Ilva in a.s ad Acciaierie d'Italia (Adi) in a.s e poi arriveranno i 320 milioni del prestito ponte". Lo ha detto Francesco Rizzo dell'Usb all'uscita da Palazzo Chigi dopo l'incontro tra il governo e i sindacati, spiegando quindi che in totale i fondi erogati per l'azienda di Taranto saranno 620 milioni, considerando i 150 milioni già erogati. La norma dovrebbe arrivare a breve perché la situazione "è critica", ha aggiunto Rizzo.

"Il governo ci ha presentato un piano industriale di 6 milioni di tonnellate come obiettivo massimo al 2026, con gli altiforni attuali, quindi con la produzione a carbone. Poi hanno detto che si lavora a partire dal 2026 fino al 2029 per la costruzione dei forni elettrici per sostituire poi due altiforni con due forni elettrici, che dovranno garantire almeno 4 milioni di tonnellate più due da produzione di altoforno". Lo ha detto Francesco Rizzo dell'Usb all'uscita da Palazzo Chigi dopo l'incontro tra il governo e i sindacati, spiegando che si tratta di un "Piano industriale che ad oggi, rispetto all'impatto numerico, già avendo 1.700 unità in cig, avrebbe un impatto significativo, oltre quelli già previsti, ulteriori cassaintegrati". Infatti, "i forni elettrici hanno un impatto occupazionale molto minore rispetto agli altiforni, e quindi rischiamo che vengano esclusi dal mondo del lavoro 4.500 lavoratori".

A maggio le società interessate in visita al sito

Nella seconda metà di maggio sono state programmate delle visite presso gli stabilimento ex Ilva di società che hanno manifestato interesse per il possibile acquisto del polo siderurgico. Lo avrebbe riferito il ministro delle Imprese, Adolfo Urso.

In primo semestre 2025 avvio lavori due forni elettrici

Nel primo semestre del 2025 sarà avviata la realizzazione di due forni elettrici nello stabilimento ex Ilva di Taranto, che entreranno in attività nel corso del 2027. A riferirlo, a quanto si apprende, Giovanni Fiori, uno dei commissari straordinari di Acciaierie d'Italia, durante l'incontro con il governo e i sindacati in corso a Palazzo Chigi. I due impianti sarebbero destinati a sostituire altrettanti altiforni.

Oggi Taranto è in "marcia ridottissima" e in funzione solo Afo 4, che sarà mantenuto fino al 2030.  Afo 1 e Afo 2 sono fermi per manutenzione, aggiungono le stesse fonti.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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