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Ricerca Henkel, stereotipi di genere pesano anche sui giovani

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Ricerca Henkel, stereotipi di genere pesano anche sui giovani

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In collaborazione con Henkel

Per il secondo anno l’osservatorio in collaborazione con Eumetra

MILANO, 17 aprile 2024, 16:35

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ANSAcom - In collaborazione con Henkel

A casa, nello studio, nel lavoro e nel tempo libero, donne e uomini sono ancora limitati nelle proprie scelte e azioni da una cultura condizionata dagli stereotipi di genere, che continuano a pesare sulle decisioni familiari e individuali anche tra le nuove generazioni. È quanto emerge dalla seconda edizione dell’Osservatorio ‘Genere e Stereotipi’ promosso da Henkel Italia in collaborazione con Eumetra. La ricerca, che dal 2022 analizza i diversi ruoli nell’organizzazione e nella cura della famiglia su un campione di 2.000 individui tra i 18 e i 55 anni appartenenti alla community dell’online magazine DonnaD, Amica Fidata, ha visto quest’anno un aggiornamento dei dati su un campione comparabile e, in aggiunta, ha previsto un approfondimento sul condizionamento degli stereotipi di genere nelle scelte di studio, lavoro, sport e tempo libero, intervistando 1.000 individui reclutati mediante Online Access Panel, con 100 casi tra i 15 e 25 anni rappresentativi della GenZ.

Il 73% delle delle donne, stando all’Osservatorio, ritiene che esistano scuole superiori più indicate per i maschi e altre più adatte alle femmine e l’85% conferma lo stesso pensiero anche per le facoltà universitarie in confronto al 73% degli uomini e al 63% dei giovani. Nell’ambito del lavoro, il l 56% delle donne ritiene di avere una retribuzione bassa rispetto ai colleghi uomini e solo il 38% delle donne pensa di ricevere uno stipendio equo. Una fotografia della società di oggi che sottolinea le difficoltà delle donne a emergere in contesti di lavoro, a fronte anche degli ostacoli dati dalla conciliazione vita-lavoro che si ripercuote soprattutto su di loro: il 33% della popolazione femminile dichiara infatti di aver dovuto dare priorità alla famiglia a discapito della carriera. Anche la seconda edizione della ricerca ha rilevato che le donne continuano a sostenere il peso maggiore dei lavori domestici e della cura della famiglia, mentre nelle questioni finanziarie ed economiche è ancora l’uomo a guidar le scelte.

Il diverso peso nella gestione delle attività in casa è motivato dal differente contributo al reddito famigliare, con il 18% degli intervistati che ritiene che chi guadagna di più, ovvero l’uomo nel 64% dei casi, influenzi le decisioni economiche della famiglia. Da questa tendenza si dissocia l’80% della GenZ, che crede che ci si debba occupare delle necessità familiari in maniera paritaria. Gli stereotipi di genere influenzano anche l'educazione dei figli, con il 47% dei papà è condizionato nelle scelte dei giocattoli per i propri bambini, contro il 62% delle mamme che ritiene che i giocattoli non abbiano genere; tuttavia, il 68% degli uomini ritiene necessario impegnarsi perché tutte le attività di casa siano insegnate ai figli a prescindere dal genere, un dato che sale al 100% considerando i rispondenti della GenZ. In merito alo sport e al tempo libero, il 63% degli uomini ritiene che il calcio sia uno sport maschile, mentre il 76% delle donne che ritiene sia una disciplina adatta a tutti. Allo stesso modo, il 64% degli uomini etichetta la danza come femminile, ma l’83% delle donne la vede diversamente.

“L'Osservatorio Henkel mette in evidenza una realtà preoccupante, ma forse più radicata di quanto ci aspettassimo”, commenta Mara Panajia, presidente e ad Henkel Italia. “La persistenza di disuguaglianze di genere continua a limitare l’espressione delle potenzialità di uomini e donne, anche tra le nuove generazioni, e di conseguenza le loro opportunità. In Henkel da sempre portiamo avanti un impegno tangibile per favorire la concreta alla parità di genere. A questo proposito abbiamo esteso il congedo parentale per i neopapà, portando ad un totale di 8 settimane, retribuite al 100%. Un significativo impegno per permettere ai padri di essere parte della vita dei loro figli fin dall’inizio, un desiderio sentito e sempre più espresso dalle giovani famiglie. Sono fermamente convinta del fatto che le aziende hanno la responsabilità sociale di incidere positivamente sulla vita della comunità in cui operano”.

 

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