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Griselda, madrina della cocaina conquista Netflix

Griselda, madrina della cocaina conquista Netflix

Miniserie con Sofia Vergara su narcos svetta in top ten globale

ROMA, 11 febbraio 2024, 16:28

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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La 'madrina della cocaina', 'la regina', o anche 'la vedova nera', per aver eliminato i suoi tre mariti: sono fra i soprannomi con cui viene ricordata Griselda Blanco (1943 - 2012), narcos colombiana, che unendo strategie brillanti (fra le trovate per far arrivare la droga, in anni in cui ancora non c'erano spesso controlli personali sulle donne agli aeroporti, nasconderla in speciali reggiseni e corsetti indossati da giovani 'corriere') violenza e spietatezza (sarebbe stata mandante di un numero di omicidi tra i 40 e i 200) ha dominato nel traffico di droga a Miami tra fine anni '70 e gli anni '80. Alla sua storia, è ispirata Griselda, la miniserie in 6 episodi di Netflix con mattatrice Sofia Vergara (anche produttrice esecutiva), che da due settimane domina nelle classifiche globali della piattaforma.
    Il racconto realizzato da parte del team produttivo e ideativo di Narcos, Doug Miro (qui showrunner insieme a Igrid Escajeda), Eric Newman e Carlo Bernard (co-creatori e co-produttori esecutivi), il regista Andres Baiz, unisce un ritmo adrenalinico, attenzione ai personaggi, ricostruzione d'epoca e un tocco camp, intorno alla grande performance di Sofia Vergara, già data come papabile per i prossimi Emmy.
    "Griselda non è un'eroina - - ha spiegato l'attrice - molte delle cose che ha fatto sono state terribili" ma c'erano "così tante sfumature da esplorare nella sua vera personalità".
    La storia parte da Bogotà nel 1978, dopo l'addio violento al secondo marito, trafficante, Alberto Bravo. Senza risorse (a parte un kg di polvere bianca) e in fuga insieme agli amati tre figli, la donna approda a Miami dove pian piano si fa strada nel narcotraffico, fronteggiando ed eliminando avversari, e costruendo (fragili) alleanze, fra gli altri con Rafa Salazar (Camilo Jimenez Varón) del potente cartello Ochoa.
    Nel ritratto della trafficante, gli autori non hanno voluto glorificare nessun aspetto della storia: "Colpisce la sua miscela di femminilità e delle parti peggiori di mascolinità - ha detto Sofia Vergara -. È come un terribile incidente in autostrada che ci voltiamo tutti a guardare".
   

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