Il ministro, con alle spalle una carriera al dicastero della Difesa, intervenuto a margine della Giornata nazionale dell'Agricoltura, con un focus sulla sicurezza alimentare e il riscaldamento globale, ha anche dichiarato che l'impatto del cambiamento climatico è diventato una realtà da affrontare, dato che l'anno scorso, in questo periodo la riserva idrica nelle dighe era solo del 22%, la percentuale più bassa mai registrata dalla Tunisia, oltre alle temperature record, con ripercussioni molto negative, in particolare nel settore dei cereali.
Secondo Belati, per raggiungere la sicurezza e la sovranità alimentare "non c'è altra scelta che raddoppiare i nostri sforzi e utilizzare tutte le capacità disponibili per creare ricchezza attraverso il corretto utilizzo e la governance delle risorse umane, finanziarie e naturali".
Per il ministro inoltre è necessario migliorare la ricerca scientifica, promuovere l'uso di nuove tecnologie e diffondere le migliori pratiche attraverso servizi di formazione e di divulgazione agricola. Poi continuare a rivedere la politica agricola, concentrandosi sulle colture strategiche e tenendo conto dell'impronta idrica delle diverse colture. A tal fine, ha indicato che il piano d'azione messo in atto nell'ambito dello Studio strategico sull'acqua 2050 dà priorità alla mobilitazione delle risorse idriche, utilizzando quelle non convenzionali (desalinizzazione, ecc.), e al recupero delle acque reflue.
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