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Lago di Como fa da sfondo alla Gioconda, ipotesi di una studiosa

Lago di Como fa da sfondo alla Gioconda, ipotesi di una studiosa

L'americana Ann Pizzorusso, rocce dipinte da Leonardo sono prova

LONDRA, 18 maggio 2024, 08:36

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

Il paesaggio sullo sfondo della celebre Gioconda di Leonardo da Vinci, da tempo al centro di un dibattito tra gli esperti che hanno formulato varie ipotesi sulle vedute prese come riferimento dal genio italiano, ha una esatta collocazione geografica, quella di Lecco e del Lago di Como. Ne è convinta la studiosa americana Ann Pizzorusso, geologa e storica dell'arte non legata a un'università che vive tra gli Usa e l'Italia, come si legge sul Guardian e sul New York Times: è arrivata a questa conclusione dopo aver condotto alcune ricerche utilizzando in modo comparato le nozioni dei suoi due campi di studio.
    Ha così indicato con un certa precisione l'area a cui Leonardo si sarebbe ispirato, quella compresa tra Lecco, il Lago di Garlate situato a sud di quello di Como e in particolare il ponte Azzone Visconti, conosciuto come monumento simbolo della città lombarda. Si tratta tra l'altro degli stessi luoghi in cui sono ambientate le vicende de 'I Promessi Sposi' di Alessandro Manzoni, frequentati secoli prima anche da Leonardo. Secondo Pizzorusso le somiglianze tra quelle zone e il dipinto sono innegabili, a partire dalla raffigurazione di un lago e dalla presenza di rocce calcaree, rese dall'artista con sfumature di bianco e grigio. Tutto questo non si riscontra invece nelle altre ipotesi fatte in precedenza: come per la zona di Bobbio, in provincia di Piacenza, e quella di Arezzo in Toscana.
    Pizzorusso aveva in passato compiuto ricerche su un'altra opera di Leonardo, la Vergine delle Rocce, conservata (come la Gioconda) al Louvre di Parigi, mentre un'altra versione si trova alla National Gallery di Londra. (ANSA).

PRECISAZIONE - ROMA, 18 MAG - In relazione all'articolo più in  alto pubblicato e ad altri articoli di stampa, la studiosa Carla Glori, chiamata in causa in quanto, attraverso le sue ricerche, afferma che il paesaggio sullo sfondo della Gioconda corrisponde all'area del ponte Gobbo di Bobbio - fatto non condiviso in base a studi di altri -  ha chiesto la pubblicazione della seguente precisazione:  "1) Non è vero che il ponte Gobbo sia l'unico elemento addotto per l'identificazione del paesaggio, poiché sullo sfondo vengono individuati ben tredici elementi paesaggistici, realmente esistenti e storicamente documentati, collocati conformemente con quelli dipinti; 2) Non è vero che vi si omettano approfondimenti geologici, poiché vengono addotte comparazioni fotografiche delle rocce dipinte sullo sfondo con le tipiche ofioliti bobbiesi di colore bruno e con la Parcellara, analizzando sia la formazione rocciosa dipinta alla fine della stradina sia le montagne in lontananza, poste in corrispondenza con la Val Tidone". La studiosa Glori, a supporto delle sue argomentazioni, fa riferimento anche a "una foto ripresa dal castello con le rocce calanchiche (poste sul versante del fiume Trebbia opposto alla città, al di sopra del ponte)" comparata "con i calanchi dipinti sopra il ponte, posti sulla medesima sponda".   

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