Un resoconto, attraverso articoli
scritti negli anni Cinquanta, di un'epoca che coinvolge i tifosi
del Napoli e un'intera città. Un racconto ironico e malinconico,
sempre caricato di grande passione per la squadra. È il libro
"Il Napoli di Guancianera, una città e la sua squadra nei primi
anni '50", scritto da Stefano Buccafusca e presentato nei saloni
del Circolo Savoia. "Guancianera - racconta l'autore - è lo
pseudonimo di Emilio Buccafusca, mio padre, che per gioco scelse
di cambiarsi il cognome, declinando i termini latini "bucca",
guancia e "fusca", nera, appunto. Nei suoi articoli, Guancianera
racconta una Napoli che si ricostruiva dopo la guerra e tornava
a sognare e immaginare una nuova vitalità attraverso lo sport.
Brilla in questo contesto la figura di Achille Lauro, che,
nonostante le critiche che arrivavano da più parti, provava ogni
anno a costruire una squadra competitiva. Il Comandante è stato
il protagonista di un mercato faraonico, portò a Napoli Jeppson
per 105 milioni in contanti, alla ricerca di uno scudetto che
non sarebbe mai arrivato. Ma nel libro ci sono tutti i racconti
di quelle giornate di passione".
Mimmo Carratelli, decano dei giornalisti napoletani, ha
ricordato come "il periodo del Dopoguerra è quello più romantico
della storia azzurra". Il libro, nel quale Buccafusca racconta
alcuni scritti di suo padre, "mi ha riportato ai protagonisti di
quegli anni, come il portiere Casari e due mediani, Castelli e
Granata, che oggi sarebbero tra i più forti al mondo. Il Vomero
in quegli anni è stato poi lo stadio di Jeppson e Vinicio, che
furono acquistati da Lauro per vincere le elezioni: ci aveva
visto giusto, raccolse 300 mila preferenze".
Il presidente del Circolo Savoia, Fabrizio Cattaneo della Volta,
si è detto "felice di ospitare un altro grande evento al Club.
Napoli sempre più capitale dello sport tra ciclismo, vela e
l'immancabile calcio". Alla presentazione del libro hanno
partecipato Gianfranco Coppola, presidente USSI, Ottavio
Lucarelli, presidente Ordine dei Giornalisti della Campania e
Marco Lobasso, giornalista.
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