Solidarietà e ferma condanna viene
espressa dai Consigli degli Ordini (Coa) degli avvocati di
Napoli, Roma e Milano in relazione all'irruzione e agli arresti
dei giorni scorsi alla "Maison de l'avocat" di Tunisi.
"Preso atto delle ulteriori violenze poste in essere dalle
autorità tunisine, degli immotivati e ingiustificati arresti di
altri avvocati insieme ad alcuni giornalisti, effettuati anche
con l'uso della forza fisica e della tortura", i Coa di Napoli,
Roma e Milano - attraverso una nota congiunta firmata dai
rispettivi presidenti Carmine Foreste, Paolo Nesta, Antonino La
Lumia - "condannano i gravissimi fatti occorsi in seguito
all'arresto degli avvocati Sonia Dahmani e Mahdi Zaghrouba,
quest'ultimo anche sottoposto a brutali torture e violenze da
parte degli organi dello Stato tunisino, nel corso della sua
detenzione in carcere, tanto da essere stato ricoverato in
ospedale, dove attualmente si trova versando in stato di coma".
Gli Ordini, si legge nel comunicato, "respingono l'uso della
violenza e la deriva autoritaria cui si assiste in aperto
spregio delle tutele che la stessa legge tunisina garantisce a
tutti i cittadini, che non possono mai essere sottoposti a
trattamenti degradanti, né privati della libertà e dei loro
diritti fondamentali, come lo stesso presidente Saied ha
riaffermato in questi giorni, ricordando che ogni detenuto ha
diritto a un trattamento che preservi la sua dignità".
Per questo, i tre Ordini, "rivendicano il ruolo centrale che gli
avvocati rivestono negli ordinamenti degli Stati democratici,
dove operano in funzione di presidio fondamentale e
irrinunciabile dei diritti e, in ultima analisi, dello Stato di
Diritto", ed "esprimono vicinanza e solidarietà ai colleghi
Dahmani e Zaghrouba per i gravissimi trattamenti cui sono stati
sottoposti e per le ingiustificate e inaccettabili lesioni dei
diritti che hanno subito".
Infine, i tre Coa "si uniscono agli avvocati tunisini e
all'Ordine che li rappresenta, affiancandosi a loro nel
richiedere l'immediata liberazione dei colleghi, così come dei
giornalisti arrestati".
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