In Usa momento d'oro per il vino, 65% lo beve

Nomisma, a trainare i consumi i giovani under 35 e New York

Redazione ANSA VERONA

VERONA - L'America accelera sui consumi di vino: il 65% della popolazione statunitense (21-65 anni) lo ha bevuto almeno una volta nell'ultimo anno. Il mondo di Bacco piace in particolare ai millennials (69%), i giovani compresi tra i 21 e i 35 anni e nelle metropoli (a New York i wine-addicted sono il 71%), ma sono ancora enormi i margini di crescita: 4 su 10 non hanno mai bevuto vino italiano perché dichiarano di non conoscerlo. E' quanto emerge dall'indagine Vinitaly-Nomisma Wine Monitor realizzata su modelli di consumo di 3mila consumatori in 5 Stati (New York, California, Illinois, Minnesota, Winsconsin), presentata oggi all'evento inaugurale del 52/mo Vinitaly.
    Secondo lo studio Vinitaly-Nomisma, rappresentano il 28% i consumatori americani quelli che hanno consumato vino italiano negli ultimi 12 mesi. Un tasso di penetrazione che aumenta al diminuire dell'età, coinvolgendo circa un terzo dei Millennials (34%), ma solo un Baby Boomer (sopra i 55 anni) su 5. Osservando la geografia del tricolore enologico negli Usa, lo stato di New York è quello che si dimostra più aperto al nostro vino (36%), bevuto da circa un terzo dei californiani (29%) e ancora solo da un abitante su 4 nel Mid West (24%).
    Paolo De Castro, vice presidente della Commissione agricoltura e Sviluppo rurale del Parlamento europeo ha commentato: «Fra Stati Uniti e Unione europea passa un terzo del commercio mondiale e una guerra di dazi fra le due sponde dell'Atlantico non gioverebbe a nessuna delle due parti; gli agricoltori europei non possono rischiare di veder venire meno un mercato con un volume complessivo di export di quasi 22 miliardi di euro lo scorso anno, di cui 3,8 miliardi per il solo comparto del vino».
    «Gli Usa sono il mercato più promettente-- ha concluso Maurizio Forte, Ice di New York e Coordinatore della rete Usa.- per il vino italiano è questo il dato che emerge dall'interessante ricerca Vinitaly-Nomisma. Gli Stati uniti assorbono già un quarto del nostro export e cresceranno del 4-5% l'anno nel prossimo quinquennio. I nostri prezzi medi restano tuttavia ancora bassi, nonostante il 94% dei consumatori ritenga che il vino italiano abbia una qualità uguale o superiore a quello francese, tanto che l'88% sarà disposto a pagarlo di più in futuro. Abbiamo quindi dei chiari margini per migliorare la percezione dei nostri vini. Il Progetto Vino USA, sviluppato dall'Agenzia ICE, mira proprio a colmare questa lacuna. Un percorso ambizioso reso possibile dall'impegno del Ministero dello Sviluppo Economico e dal grande gioco di squadra con Federvini, Unione Italiana Vini, Federdoc ed ovviamente Vinitaly''.

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