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Tosca, festival una festa ma non è Lourdes

In gara con Ho amato tutto. "Più spazio alle donne, in mondo maschilista servono quote rosa"

di Claudia Fascia ROMA

"Dopo che Amadeus ha faticato non poco a convincermi che la telefonata con cui mi annunciava che ero stata presa al festival non era uno scherzo di Fiorello, il primo pensiero è stato: correre, correre, correre". Correre a completare gli arrangiamenti di un brano intenso e dolcissimo dal titolo Ho amato tutto, a pensare a quale cover scegliere per la serata del giovedì, a quali vestiti indossare sul palco dell'Ariston: quella di Tosca è diventata "una corsa contro il tempo, ma ne vale la pena. Gli abiti? Ancora non ho deciso!", e ride dall'altra parte del telefono, mentre si districa nel traffico capitolino. Entrata last minute nella lista dei big, passati da 22 a 24 a un mese dall'inizio della manifestazione, non si sente per questo penalizzata. "Avevo visto il cast ufficializzato. Ho pensato che era un peccato essere fuori da un festival 'alla Baudo', con tanti artisti dalla personalità diversa - racconta l'artista romana, che negli ultimi tre anni ha girato il mondo con il suo spettacolo teatrale -. Però sono convinta che Sanremo sia, sì, una grande festa e una bella occasione per far conoscere i propri progetti, ma non è Lourdes. Ed ero già passata oltre". E invece nel giro di una settimana tutto è cambiato: dentro anche lei, interprete d'eccezione che dal festival ha ottenuto il riconoscimento più alto nel 1996 con la vittoria di Vorrei incontrarti fra cent'anni, in coppia con Ron. L'ultima partecipazione risale al 2007, tredici anni fa. "Sono tornata perché mi sembrava il giusto vestito per questa canzone (scritta e arrangiata da Pietro Cantarelli) che amo molto". Sul palco dice di voler "portare idealmente tutta la musica di 'nicchia', tutti gli artisti della famiglia di cui faccio parte. Quelli un po' in ombra che lavorano a testa bassa, che macinano chilometri e chilometri, quelli che ogni giorno si sentono dire che meriterebbero di più. E tutte le donne artiste con cui ho condiviso il palco e le emozioni in questi anni. Quelle che nonostante le chiusure, lavorano sodo, sorridono, sono mamme, compagne, rocce e sognatrici. E non mollano mai". Le donne, sulle quali il festival sta giocando una partita importante, tra frasi maldestre di Amadeus e vecchi testi sessisti di Junior Cally, ritirati fuori e contestati duramente sui social. "Volutamente sono stata in silenzio finora - spiega -. Avevo bisogno di pensare e metabolizzare. Credo che si sia spostata l'attenzione: parliamo degli effetti e non delle cause del problema. Tv del dolore, tv dell'esibizione, dove l'immagine della donna (seduttrice, pupa, tronista e così via) è svilita: siamo assuefatti. Ora due giorni di polemiche e poi di nuovo, come diciamo a Roma, finisce tutto a tarallucci e vino. Invece mi piacerebbe approfondire, parlare con Junior Cally, chiedergli perché scrive quei testi". Ma la censura no, afferma risoluta. "La censura non serve". Tosca invita piuttosto a concentrarsi di più su quanta musica femminile non venga considerata da pubblico e discografici. "Non è vero che non ci siano artiste valide, esistono eccome. Carolina Bubbico, Margherita Vicario, Lavinia Mancusi, solo per citarne alcune... La donna va valorizzata in tutti i campi". Anche ricorrendo alle quote rosa. "Certo. Bisognerebbe vivere in una società che sappia riconoscere la bravura, ma finché non sarà così anche quella è una soluzione. Non bisogna mai dimenticare da dove arriviamo: non bisogna mai abbassare la guardia. Guai a toccare quello che ci siamo guadagnate", dice accalorandosi, lei da sempre attenta alla formazione dei giovani e che da cinque anni dirige la sezione canzone dell'Officina delle Arti Pier Paolo Pasolini a Roma. A Sanremo per la serata delle cover ha scelto di portare Piazza Grande: "Un omaggio a Lucio Dalla, ma anche a Gianfranco Baldazzi, Sergio Bardotti e Ron, che l'hanno composta. Quattro in un colpo solo". Ad accompagnarla la cantante spagnola Silvia Perez Cruz. "Da tempo volevo lavorare con lei. E in più volevo portare la mia visione dell'arte: un viaggio in culture diverse". L'idea di farsi affiancare da Ron è tramontata ben presto. "Lui è un pezzo del mio cuore, ma come mi ha insegnato il mio primo maestro Renzo Arbore: mai rifare qualcosa che ha funzionato". Tosca da marzo sarà di nuovo in tour tra Europa e Italia. Uscirà anche una ristampa dell'ultimo disco Morabeza, pubblicato lo scorso ottobre, con l'aggiunta del brano di Sanremo. "Mi piacerebbe fare anche un 45 giri: il lato A con Ho amato tutto, il lato B con Piazza Grande".
   

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