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Grande Guerra: la Boemia ricorda i suoi 'fratelli' trentini

Deportati da valli italiane trovarono calore e accoglienza

15 maggio, 14:53
(ANSA) - PRAGA - Gettati fuori dalle case, costretti dai soldati in pochi attimi a raccogliere in una valigia poche cose, sradicati dalla loro valle e deportati in paesi lontani.

Accadeva cento anni fa, poche ore dopo la dichiarazione di guerra del Regno d'Italia all'Impero Austro-Ungarico e poche ore prima dell'inizio delle ostilità, il 24 maggio 1915. Migliaia di abitanti della Valle di Ledro, nel Trentino allora sotto Francesco Giuseppe II, vennero fatti allontanare con la forza dai loro paesi, un po' perché quella zona aveva importanza strategica, molto più perché Vienna non si fidava dei sudditi italiani. Il governo asburgico aveva deciso per essi un esodo verso la Boemia, prendendosi però i giovani maschi che aveva arruolato e mandato a combattere sul fronte orientale, in Galizia. Il ricordo di quell'esodo di massa in paesi dove si parlava un idioma incomprensibile entrò per sempre nella lingua dei valligiani con la frase 'Fare la Boemia', che richiamava un'esperienza biblica. Ma soprattutto entrò nei cuori di quei deportati che in Boemia, dopo un'iniziale fase di spaesamento, trovarono calore e accoglienza. Legami forti sopravvissuti alla guerra, al dopoguerra, al secondo conflitto mondiale, alla guerra fredda e alla caduta del Muro di Berlino. Nel 2008, per il ventennale della fine della prima guerra mondiale, i Comuni di Molina di Ledro, Pieve di Ledro, Bezzecca, Concei, Tiarno di Sotto e Tiarno di Sopra, e di Bustehrad, Novy Knin, Mesto Pribram, Milin, Obec Ptice, Chynava, Doksy, siglarono un gemellaggio di "durata illimitata" e "valido fino a che le parti lo desiderano secondo la manifesta volontà di tutti". Un patto che ha la base i valori di fratellanza e di cooperazione come cittadini europei, valido in tutti i campi (dalle scuole alle parrocchie), proficuo per rinsaldare amicizie e crearne continuamente di nuove.

Adesso, per il centenario dell'ingresso dell'Italia nel conflitto, nella Repubblica Ceca sono state dedicate tre giornate al ricordo di quello che è stato. Venerdì 22 maggio, alle 17, inaugurazione nella sede dell'Istituto italiano di cultura a Praga della mostra fotografica "Boemia mia", con concerto del Boehmische Judicarien e del quintetto dell'orchestra della Guardia del castello e della Polizia di Praga. Sabato 23, cerimonie ai cimiteri di Doksy, Panosi Ujezd, Bustehrad, Chynava dove riposano le spoglie dei ledrensi che non tornarono più a casa. Domenica 24 maggio, messa la santuario di Svata Hora in ricordo dei trentini morti in Boemia durante l'esodo, posa di una targa nel centenario della partenza e concerto finale. Gli esuli ospitati in quei paesi furono 3.335, mentre altri 624 vennero portati in Austria. In esilio ne morirono 405, ma 107 furono le nascite. I soldati che non tornarono dal fronte furono invece 103: erano italiani con la divisa austriaca. (ANSA).

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