Insurrezione ebrei ghetto Varsavia, commemorazione a Roma
Evento organizzato da ambasciata polacca e Ucei
18 aprile, 19:31Prenderanno parola la chargé d'affaires Marta Zielinska-Sliwka e la presidente dell'Ucei, Noemi Di Segni.
Ogni ospite al suo arrivo riceverà un narciso giallo, in segno di adesione alla campagna educativa e informativa "Narciso" promossa dal Museo della Storia degli Ebrei Polacchi "POLIN" e quest'anno alla sua sesta edizione: oltre 1.500 volontari offrono ai passanti di Varsavia un narciso di carta, simbolo della memoria della rivolta. A questa azione civica aderiscono scuole, biblioteche e istituzioni di tutta la Polonia.
Uno dei sopravvissuti alla rivolta del ghetto fu Marek Edelman, ultimo comandante dello ZOB (Zydowska Organizacja Bojowa - Organizzazione ebraica di combattimento; Yiddishe Kampf Organizatzie), movimento di resistenza ebraica durante la Seconda guerra mondiale che ebbe la propria sede nel ghetto di Varsavia. Dopo la liquidazione del ghetto alcuni appartenenti alla ZOB parteciparono, insieme alla resistenza polacca, alla rivolta di Varsavia (1 agosto-3 ottobre 1944). Ogni 19 aprile, nell'anniversario dell'insurrezione Edelman deponeva un mazzo di fiori gialli sotto il monumento agli Eroi del Ghetto a Varsavia.
Il narciso divenne così simbolo di rispetto e di memoria della rivolta. La campagna organizzata dal museo POLIN dal 2013 ha per fine la diffusione di questo simbolo e della conoscenza storica relativa all'insurrezione del ghetto.
Fu la prima rivolta in una città nell'Europa occupata, la più grande rivolta degli ebrei durante la Seconda guerra mondiale e anche la prima in cui un gruppo di ebrei si difendeva in modo organizzato. Gli ebrei combattenti attaccarono, con le rudimentali armi disponibili, le truppe tedesche del comandante Sammern-Frankenegg entrate nel ghetto della capitale polacca per deportarne la popolazione. I tedeschi alla loro prima incursione nel ghetto si dovettero ritirare, fra di loro ci furono morti e feriti. Dopo il primo fallimento, il comando delle truppe tedesche passò a Jurgen Stropp. Fu lui, dopo quasi un mese, il 16 maggio 1943, a soffocare nel sangue la rivolta. Le truppe tedesche rasero al suolo le case e la Grande Sinagoga di Varsavia e uccisero i sopravvissuti. Durante i combattimenti persero la vita circa settemila ebrei ed altri seimila morirono bruciati nelle case in fiamme o soffocati all'interno dei bunker sotterranei. I rimanenti 50 mila abitanti vennero deportati presso diversi campi di sterminio, per la maggior parte nel campo di Treblinka. (ANSA).