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Baltici-Polonia bloccheranno turisti russi da 19 settembre

Misure per chi ha già visto Ue, 'ragioni di sicurezza'

08 settembre, 15:08

(ANSA) - BRUXELLES, 08 SET - "L'Estonia, la Lettonia, la Lituania e la Polonia hanno concordato un approccio regionale comune ed esprimono la volontà politica e la ferma intenzione di introdurre misure temporanee nazionali per i cittadini russi in possesso di un visto Ue, al fine di affrontare le minacce imminenti per l'ordine pubblico e la sicurezza e limitare l'ingresso nell'area Schengen dei cittadini russi che viaggiano per turismo, cultura, sport e affari". Lo sostiene un comunicato congiunto dei quattro Paesi. Le misure entreranno in vigore il 19 settembre. 

"Accogliamo con favore la decisione di sospendere l'accordo di facilitazione dei visti dell'Ue con la Russia come un primo passo necessario. Tuttavia si richiedono ulteriori misure sia per limitare drasticamente il numero di visti rilasciati (principalmente visti turistici), sia per diminuire il flusso di cittadini russi nell'Unione Europea e nell'area Schengen", recita il comunicato. "Tra i cittadini russi che entrano nell'Unione Europea e nell'area Schengen, ci sono persone che arrivano con l'obiettivo di minare la sicurezza dei nostri Paesi, in quanto tre quarti dei cittadini russi sostengono la guerra di aggressione della Russia in Ucraina. I nostri servizi di controllo alle frontiere hanno bisogno di enormi risorse per mantenere l'Europa sicura e garantire che i cittadini russi che entrano nell'area Schengen non rappresentino una minaccia per la nostra sicurezza comune e per la stabilità delle nostre società", si legge ancora. "Le misure sono adottate con la motivazione comune di proteggere l'ordine pubblico e la sicurezza interna, nonché la sicurezza generale del nostro spazio Schengen; continuiamo a cercare un approccio comune a livello europeo e abbiamo chiesto alla Commissione di proporre le rispettive misure in materia di visti e restrizioni all'ingresso che potrebbero essere attuate in modo unificato da tutti gli Stati membri dell'Unione Europea e dai Paesi associati a Schengen". "Sottolineiamo - concludono i leader dei quattro Paesi - che non si tratta di un vero e proprio divieto d'ingresso e che rimarranno in vigore le eccezioni legittime concordate per i dissidenti, i casi umanitari, i familiari, i titolari di permessi di soggiorno, per la facilitazione dei servizi di trasporto e di merci, le missioni diplomatiche, il transito agevolato di persone a Kaliningrad". (ANSA)

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