(ANSA) - TRIESTE, 18 OTT - La manifestazione dei portuali
contro l'obbligatorietà del Green pass sul posto di lavoro ha
sancito per Trieste il titolo di capitale della protesta no vax
o, più in generale, no Green pass. E' soltanto una
ufficializzazione: nelle ultime settimane ha preso corpo in
città un tenace schieramento di protesta - che in Friuli Venezia
Giulia, e a Trieste in particolare, trova terreno fertile anche
in mai sopite spinte indipendentiste - che ha esibito la sua
forza in varie manifestazioni. Un rapido crescendo dal
quotidiano presidio serale di una sparuta presenza contestataria
a cortei sempre più eterogenei e numerosi. Fino alla
stupefacente prova di forza dell'ultima protesta in centro con
15mila persone. Un numero impressionante per una città di 200
mila abitanti. Questo orientamento di protesta si è addensato
anche in ambito politico, per la precisione intorno al movimento
3V (no vax) capeggiato da Ugo Rossi, assurto alle cronache per
aver aggredito due carabinieri (e dunque è stato arrestato) che
erano intervenuti per imporre a una donna di indossare
correttamente una mascherina. Un lavoratore portuale ex
sindacalista, Stefano Puzzer, ha saputo cavalcare questo
malumore tra i suoi colleghi portando avanti una protesta che ha
causato disagi al porto più importante d'Italia. Una protesta
sfuggita di mano ai portuali - per numero di partecipanti e e
per capacità mediatica - e scivolata nelle mani proprio dei No
Green pass. Una galassia di cui lui, Puzzer, ancora indossando
la tuta gialla, è riuscito con capacità e spregiudicatezza a
porsi a capo, mentre il Coordinamento portuali si liquefaceva e
rientrava nei ranghi. (ANSA).
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