(ANSA) - BELGRADO, 20 FEB - Per il ministro degli esteri
russo Serghiei Lavrov, la crisi in Ucraina e' stata la
conseguenza della politica seguita dall'Occidente, Stati Uniti e
Nato in particolare, dopo la fine della Guerra fredda. "Invece
di approfittare di una opportunita' storica unica per creare una
struttura di sicurezza e cooperazione veramente paneuropea,
l'Occidente ha deciso di appoggiare l'allargamento della Nato,
nonostante tutte le promesse fatte dai leader di Usa e Europa
nel 1990 secondo le quali l'Alleanza atlantica non si sarebbe
spinta fino ai nostri confini", ha detto Lavrov in una
intervista all'agenzia serba Beta alla vigilia del suo arrivo
domani a Belgrado. Certo, ha aggiunto, non esiste alcun accordo
scritto al riguardo, anche se andava fatto, tuttavia si trattava
di un 'gentleman's agreement' che i nostri partner occidentali
hanno sostanzialmente calpestato. "Quello che e' accaduto in
Ucraina non e' stata una sorpresa per noi", ha ancora detto
Lavrov. "E' stata la conseguenza del corso scelto dalla Nato,
che ha proceduto a tre ondate di allargamento dopo la fine della
Guerra fredda, con ognuna delle quali l'Alleanza militare si e'
avvicinata sempre piu' alle frontier della Russia". "Ora
vogliono trascinare in tale processo anche i Balcani ponendo
loro la scelta - o state con l'Occidente o con la Russia. Una
scelta imposta anche all'Ucraina quando nella societa' e nello
stato di quel Paese si evidenzio' una spaccatura che porto' al
rovesciamento incostituzionale del governo e a un rafforzamento
del ruolo di gruppi radicali e neonazisti". (ANSA)
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