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Mattarella a vertice Sarajevo, focus migranti-terrorismo

Balcani restano priorità politica estera, ma cresce radicalismo

27 maggio, 19:09
(Di Fabrizio Finzi) (ANSA) - ROMA - La popolazione croata diminuisce, sale quella musulmana e cresce anche il radicalismo. In Bosnia, dati alla mano, sono sempre di più i casi di "foreign fighters" partiti per la Siria. In questo quadro allarmante domani il presidente Mattarella volerà a Sarajevo per colloqui con la presidenza tripartita bosniaca e per partecipare come ospite d'onore al vertice dei leader del "Processo di Brdo Brioni", un foro di dialogo informale per far avanzare l'integrazione balcanica.

Due giorni di incontri e lavori che permetteranno al capo dello Stato di verificare sul posto l'effettiva crescita dell'allarme terrorismo, peraltro già certificata dalle informazioni dei servizi segreti italiani che stanno monitorando con attenzione soprattutto Bosnia, Kosovo ed Albania. La visita a Sarajevo completa inoltre le tappe già compiute da Mattarella in Serbia, Montenegro, Slovenia e Croazia, a conferma della grandissima attenzione che l'Italia continua a riservare ai Balcani occidentali. E che i Balcani riservano all'Italia, da sempre partner fondamentale per il dialogo con l'Unione europea e sponsor del difficoltoso processo di integrazione di diversi Paesi della turbolente regione.

I Balcani rimangono una potenziale polveriera, divisi in gruppi etnici e confessionali e alle prese con la crescente influenza russa: Mosca, oggi più che mai, vede come una minaccia nazionale le molteplici richieste di molti governi di adesione alla Nato. Un quadro fortemente complicato anche dalla pressione migratoria verso l'Europa che ha colto impreparati diverse nazioni balcaniche. Ma per la politica estera italiana i Balcani - insieme al Mediterraneo - sono naturalmente una priorità. E almeno dal punti di vista dell'integrazione europea il quadro non è del tutto negativo, i colloqui proseguono tra luci e ombre. Anche quelli, ad esempio, tra la Bosnia e la Serbia che sulla carta presentano un quadro di difficoltà notevole.

Certamente oggi Sarajevo non è più solo la città simbolo del conflitto jugoslavo. Ma nuovi problemi si affacciano e l'ancoraggio europeo della Bosnia diventa sempre più importante.

E l'Italia non mancherà di spendersi in sede europea per convincere anche i Paesi più riluttanti che i Balcani erano e devono essere Europa. A Sarajevo il presidente Mattarella incontrerà i membri della presidenza tripartita bosniaca - cioè il presidente di turno, il musulmano Bakir Izetbegovic, e gli esponenti serbo e croato, Mladen Ivanic e Dragan Covic - nonché i leader del Processo Brdo Brioni, i presidenti di Slovenia e Croazia, Borut Pahor e Kolinda Grabar Kitarovic, e gli altri capi delegazione dei paesi della regione. Il Foro di cooperazione informale ha l'obiettivo non facile di riunire attorno allo stesso tavolo i leader della regione alla presenza di un alto esponente di uno dei paesi di punta dell'Unione europea. Del formato fanno parte anche Albania, Bosnia-Erzegovina, Montenegro, Kosovo, Macedonia e Serbia. (ANSA).

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