(ANSA) - ROMA, 25 FEB - Fuga dall'Ucraina. Man mano che le
truppe russe avanzano nel Paese a decine di migliaia abbandonano
le loro case e premono sul confine orientale dell'Unione
europea. Dall'inizio del conflitto, secondo l'Agenzia per i
rifugiati delle Nazioni Unite, ci sarebbero già 50 mila
profughi. Ma qualcuno parla di almeno 100 mila persone che
avrebbero già trovato rifugio in Romania, Polonia, Repubblica
Ceca, Ungheria, Slovenia, Lituania, e anche in Moldova, tutti
Paesi che al momento hanno sposato la politica delle porte
aperte. All'orizzonte però si profila una vera e propria crisi
umanitaria. E a lanciare l'allarme è sempre l'Onu che, se la
situazione dovesse peggiorare ulteriormente, intravede il
rischio di una diaspora che potrebbe coinvolgere fino a 5
milioni di persone. Così a Bruxelles, ma anche a Washington, si
lavora a un piano per gestire l'emergenza, perché di fronte ai
grandi numeri la linea dell'accoglienza per ora incondizionata
dei Paesi dell'est europeo non potrà più reggere. Nelle ultime
24 ore i profughi riparati in Moldova sono già 16 mila, in
Romania 10 mila. In 100 mila sono attesi in Lituania nei
prossimi giorni e Varsavia stima di doverne accoglierne almeno
un milione. Ecco allora che per valutare il da farsi domenica si
riuniranno in via straordinaria i ministri europei degli Affari
interni. Dovranno mettere nero su bianco e dettagliare le
direttive emerse nelle ultime ore dal vertice dei capi di Stato
e di governo, concordi nell'agire sulla base del principio della
più ampia solidarietà. "La Francia farà la sua parte, e gli
ucraini che lasceranno il Paese potranno essere accolti in
Europa", ha promesso il presidente francese Emmanuel Macron. Una
posizione condivisa in pieno dall'Italia, col premier italiano
Mario Draghi che ha sottolineato come sia possibile immaginare
"un ingente flusso di profughi ucraini verso i Paesi europei
limitrofi". La fotografia scattata a Kiev e in tutte le altre
principali città ucraine conferma questo scenario. Lunghissime
file ai bancomat per ritirare i risparmi, gli ingorghi stradali
che si moltiplicano, i treni presi d'assalto. Un esodo
inarrestabile nonostante le autorità incoraggino la cittadinanza
a restare e resistere. Intanto sull'altra sponda dell'Oceano la
Casa Bianca ha già fatto sapere tramite la portavoce Jen Psaki
che l'amministrazione Biden è pronta a dare il suo contributo e
ad accogliere chi fugge dall'invasione delle forze di Mosca,
promettendo anche l'aiuto delle truppe americane agli europei
impegnati a trasferire i rifugiati da un Paese all'altro del
Vecchio Continente. Ma a complicare tutto c'è anche la pandemia.
Tra i nodi principali da sciogliere per arrivare a un piano
europeo che sia davvero efficace c'è infatti quello delle
risorse che dovranno servire non solo per garantire ai rifugiati
un tetto, l'istruzione per i bambini o l'assistenza sanitaria. I
Paesi ospitanti devono fare i conti col Covid e con un dato non
certo incoraggiante: meno del 35% dei cittadini ucraini è
completamente vaccinato. (ANSA).
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