(ANSA) – SARAJEVO, 16 MAR – "I Balcani occidentali sono un
successo, un esperimento riuscito da parte dell'Europa, sebbene
i sei Paesi, ognuno con la propria specificità, non procedano
tutti alla stessa velocità" verso l'integrazione nella Ue. Lo ha
dichiarato oggi a Sarajevo il ministro degli esteri Angelino
Alfano, che nella capitale bosniaca ha partecipato al vertice
dei capi di governo dei sei Paesi della regione, al quale è
intervenuto anche il commissario Ue all'allargamento Johannes
Hahn.
"Vi sono elementi di preoccupazione che complessivamente
riguardano la stabilità di questa regione, però al tempo stesso
– ha detto Alfano - sono convinto che l'Europa possa
rappresentare un elemento che stabilizza".
"E' nostro interesse – ha osservato – coltivare il cosiddetto
"processo dei Balcani occidentali" che significa una
integrazione sempre più efficace tra i paesi dell'area e
un'integrazione poi, man mano che le condizioni si
verificheranno, con l'Europa". Secondo Alfano è sbagliato
l'approccio di chi dubita che l'integrazione sia nell'interesse
dell'Europa visto che "tutto sommato sono solo 22 milioni di
persone in totale". A suo avviso non conta il numero degli
abitanti: questa regione - ha sottolineato - è un concentrato di
storia in un posto che la geografia ha messo sempre come
cerniera al rapporto tra l'est e l'ovest dell'Europa.
Alfano ha auspicato una efficace integrazione fra i paesi della
regione, "che significa reti infrastrutturali, trasporti, un
mercato comune e anche la costruzione di regole di diritto che
possano aiutarci a contrastare il terrorismo internazionale e,
all'interno di questi paesi, la corruzione".
Riferendosi sia a Brexit che ai temi della campagna
elettorale in vari paesi europei, il ministro degli esteri ha
detto di credere che l'integrazione dei Balcani occidentali sia
un "buon affare" per l'Europa. Si tratta di nuovi paesi che in
prospettiva potranno dare una mano di aiuto ad un continente
politico, ad una Unione che a volte soffre di stanchezza proprio
dentro i paesi fondatori. "Forse questa linfa nuova e questa
fiducia e fede fresca in Europa potrebbe contribuire a rendere
ancora più forte quello che noi pensiamo essere il destino
comune europeo: quello di una comunità di popoli, quelli
europei, che sono figli di una stessa patria comune che devono
consolidare una stessa prospettiva e uno stesso orizzonte
comune". (ANSA)
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