Per accompagnare la trasformazione dell'economia in Europa e affrontare la sfida della digitalizzazione, "occorre superare la frammentazione" e mirare ad una "concertazione" che al momento è ancora molto carente. È il messaggio emerso dalla seconda conferenza sull'innovazione Italia-Germania, al via nell'ambasciata d'Italia a Berlino, dove ha porto il saluto iniziale l'ambasciatore designato presso la Repubblica federale tedesca, Luigi Mattiolo. Per affrontare la trasformazione tecnologica in atto c'è bisogno di una leadership, o sarà troppo lenta, ha spiegato il presidente della Confindustria digitale Elio Catania. E di fronte all'avanzare della Cina nel settore dell'intelligenza artificiale, in Europa bisogna fare rete. Approfittare della forza dell'Europa, che è la diversità. Al momento invece "manca una strategia industriale a livello europeo", ha rimarcato la sottosegretaria del ministero dell'Economia tedesco Claudia Doerr-Voss.
"Non siamo riusciti a convincere la Commissione europea ad aggiornare l'agenda in materia. Abbiamo dovuto spingere la commissione Ue per la produzione delle celle delle batterie in Europa, altrimenti rimarremo indietro rispetto agli Usa e all'Asia", ha continuato. E anche nel settore dell'intelligenza artificiale "non c'è alternativa alla collaborazione in Europa, e siamo pronti a collaborare con i nostri amici italiani", l'invito. Per il presidente della Confindustria tedesca, Dieter Kempf, "al momento non possono essere soddisfatte né l'Italia né la Germania": "fra le 20 imprese digitali più importanti del mondo non è presente né un'impresa tedesca né una italiana, e come europea ce n'è solo una svizzera".
"Siamo qui per raccontare la storia dell'Innovation center di Intesa Sanpaolo - ha spiegato all'ANSA Filippo Vecchio, responsabile dell'Identità, della Comunicazione e della Cultura dell'innovazione della società del Gruppo - Il rapporto con la Germania è molto importante e siamo venuti qui più volte. Quello che facciamo è costruire e accompagnare sia le start-up sia le imprese più grandi di fronte alle esigenze che possono avere, ma il punto più importante è la cultura dell'innovazione. Bisogna costruire un ecosistema culturale, che consenta a tutti di diventare consapevoli che l'innovazione è una necessità, con la quale dobbiamo confrontarci. Sentiamo il peso e la responsabilità di fare questo lavoro. L'Ad Carlo Messina - ha concluso Vecchio - lo ha capito già 4 anni fa e ha deciso di prendere tutto ciò che era innovazione nel Gruppo e di concentrarlo in un unico contenitore, che è diventato una società che ora cerca di capire cosa succederà, per accompagnare il sistema economico verso il futuro".