Nella media del 2017 il Pil è aumentato dell'1,4% rispetto all'anno prima. Lo rileva l'Istat nella prima stima sulla crescita in termini grezzi, basata su dati trimestrali. Bisognerà però aspettare il primo marzo per conoscere il dato di riferimento per la politica economica. Le previsioni del Governo indicano un +1,5%. Quanto al dato corretto per gli effetti di calendario segna un rialzo dell'1,5%
(nel 2017 ci sono state due giornate lavorative in meno del 2016).
L'economia italiana non cresceva a ritmi così alti dal 2010. Se la prima stima diffusa oggi dall'Istat, ancora provvisoria, sarà confermata anche a marzo, nel report che fa il punto sui conti nazionali, il +1,4% sarebbe il dato più alto dal +1,7% messo a segno sette anni fa.
Il chief economist di Nomisma, Andrea Goldstein, afferma che l'anno scorso le "condizioni dell'economia mondiale e dei mercati finanziari sono state particolarmente propizie e si sono cominciati a vedere gli effetti del consolidamento fiscale e delle riforme strutturali, dal Jobs Act a Industria 4.0".
Il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, ha affermato: "Sarò soddisfatto quando il Pil italiano sarà al 2% di crescita. Il Paese incomincia a rimettersi in moto, detto questo a disfare questa ripartenza ci vuole pochissimo. Bisognerà fare e proporre programmi e iniziative serie. Non c'è da scialare"
Il sottosegretario agli Esteri Benedetto Della Vedova, afferma che sui dati positivi hanno inciso infatti anche "le innovazioni che grazie a Industria 4.0 stanno trasformando positivamente e rendendo più competitive le nostre produzioni, oltre che il fatto che siamo dentro un sistema di regole, nel mercato unico europeo e nei mercati internazionali".
Il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, ritiene che i dati del Pil confermano che "c'è un effetto combinato tra alcuni provvedimenti, come Jobs Act e Industria 4.0 e altri fattori, come la riattivazione degli investimenti privati e una maggiore quota di Export. A nostro avviso occorrerebbe potenziare e accelerare gli investimenti sulla dotazione infrastrutturale. Se partissero anche investimenti sulle infrastrutture, l'acceleratore di crescita sarebbe ancora più elevato".