(ANSA) - MILANO, 19 GEN - "Oggi c'è un nuovo modo di vedere l'industria", dettato da una serie di tecnologie, come l'Internet of things, big data, strutture cloud e banda larga. Grazie all'utilizzo di tecnologie all'avanguardia "si creano posti di lavoro più sofisticati", che permettono di "contrastare l'attacco da parte dei paesi che hanno un costo del lavoro più basso". E' questo lo scenario descritto da Corrado Sciolla, ex presidente di Bt per l'Europa e attualmente consigliere di Italiaonline, che di recente è entrato a far parte di un pool di investitori milanesi in startup.
Manufacturing 4.0 - L'Internet delle cose e la presenza "di 15 miliardi di device connessi tra di loro" hanno "impatti enormi su una serie di settori: dai trasporti trasporti alla sicurezza e alle smart city, ma anche nel commercio, con la possibilità di creare negozi smart più evoluti, e nel settore manifatturiero". In particolare, "la quarta rivoluzione industriale sta introducendo un modello di industria iperconnessa con sistemi di produzione sempre più intelligenti e , grazie al cloud computing, le macchine diventano condivise. Nel giro di 5 o 6 anni penso che le aziende non avranno più macchine e data center dedicati, ma solo utilizzo di capacità condivisa in determinati data center interconnessi a reti superveloci". In Italia, secondo Sciolla, il governo "ha introdotto una serie di strumenti importanti per agevolare lo sviluppo dell'Industria 4.0". Il prossimo step deve riguardare il mondo del lavoro: "bisogna agevolare i passaggi di lavoro tra un'azienda e un'altra, le assunzioni e un modo di lavorare più agile".
Startup - Rappresentano un altro aspetto importante della trasformazione digitale e in Italia ci sono molti casi di eccellenza, "non solo in Lombardia, che è la regione italiana con il maggior numero di startup, ma anche in altre regioni del Paese", afferma Sciolla, evidenziando che "il problema è aiutarle a uscire dal nanismo", perché "il 94% delle startup italiane ha un capitale sociale inferiore a 10.00 euro". C'è innanzitutto "un problema di carenza di investimenti" in queste realtà, ma anche "un problema di accompagnamento e avvicinamento di queste giovani imprese al mondo delle aziende tradizionali".