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Shaqiri, gol e sregolatezza

12/o di Bayern, Inter, Liverpool, esultò con aquila nel bicipite

Redazione ANSA Svizzera

Il ct svizzero Vladimir Petkovic si è spesso lamentato che tanti suoi nazionali sono spesso riserve nei club di appartenenza, anche se top. Sheridan Shaqiri ne è il prototipo perfetto. Classe '91 con alle spalle squadre di alto rango (Bayern, Inter, Liverpool), per fiuto del gol e fantasia, abbinata a una scarsa altezza e all'elevata velocità, è stato soprannominato 'Il Messi delle Alpi'. Esterno d'attacco dei 'Reds' di Klopp, il mancino svizzero è uno dei giocatori più attesi ai prossimi Europei: cross, dribbling, scatto, tiro forte e preciso, ma anche tanta creatività, lo rendono spesso imprevedibile per le difese avversarie e, in una Nazionale come quella svizzera, che non ha certo mai brillanto per tecnica e fantasia, uno così ci sta a pieno diritto. Shaqiri può essere spostato alle spalle delle punte, colmando una lacuna atavica fra gli elvetici.
Albanese naturalizzato svizzero, dopo una breve esperienza con l'Inter (stagione 2015), Shaqiri è molto maturato nella Premier, prima indossando la maglia dello Stoke, poi quell dei 'Reds'. Ha quasi 30 anni compiuti, ma ha già giocato in tre grandi campionati europei: Bundesliga, Serie A e Premier. In carriera ha vinto 5 campionati (tre con il Basilea e due con il Bayern), quattro coppe nazionali, facendo parte della rosa che conquistò la Champions 2013 con i bavaresi e quella 2019 con il Liverpool. Nelle ultime stagioni ad Anfield non è mai stato titolare, ma Klopp lo ha impiegato con continuità in spezzoni di partita. Nel 2010, malgrado la giovane età, fu convocato ai Mondiali in Sudafrica e quattro anni dopo, in Brasile, è arrivata la consacrazione, con la tripletta all'Honduras che è valsa la qualificazione agli ottavi. Al Mondiale 2018, più che per le innegabili doti tecniche, si distinse in questioni extra-calcio: match winner nella seconda partita della fase a gironi contro la Serbia, insieme al compagno di squadra Granit Xhaka, anche lui di origine kosovaro-albanese, esultò facendo il gesto dell'aquila con il bicipite, simbolo dell'irredentismo albanese. Un comportamento che piacque poco alla Fifa che li sanzionò con una multa di 10 000 franchi svizzeri.
Nell'agosto 2019 ha invece rinunciato alla convocazione in nazionale per le partite contro Irlanda e Gibilterra, cosa non è stata gradita dalla federazione con la quale si è dovuto chiarire prima di tornare a essere convocato. E adesso Petkovic conta molto su di lui.

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