Portare il format degli Europei di calcio da 16 a 24 squadre sembra essere stata una mossa azzeccata per le finanze dell'Uefa. E' quanto si rileva dal primo bilancio di Euro 2016, di cui oggi ha parlato in conferenza stampa Theodore Theodoridis, segretario 'ad interim' della confederazione calcistica europea. In tutto, secondo il report, ci sono stati incassi pari a quasi due (1.88) miliardi di euro da cui, detratte le spese, dovrebbe venir fuori un utile di circa 800 milioni. Quattro anni fa Euro 2012 svoltosi in Polonia e Ucraina con 16 nazionali partecipanti aveva generato profitti per 593. "I numeri sono positivi - ha detto Theodoridis - e dimostrano che l'allargamento del torneo è stato un successo". Del quale va dato atto a Michel Platini, presidente sospeso fino al 2019, che fu l'ideatore e principale sostenitore dell'attuale format. Nel dettaglio, i ricavi sono stati generati dai diritti televisivi, per un miliardo di euro, sponsorizzazioni e diritti 'di licenza' (480 milioni) e dalle vendita dei biglietti della 'hospitality' (400 milioni di euro). Le spese sono state invece quelle per l'organizzazione dell'evento (650 milioni di euro), i premi alle squadre (301 milioni) e per gli indennizzi ai club di appartenenza dei vari giocatori (150 milioni di euro). Ecco quindi che l'Uefa, nonostante le critiche di chi sostiene che l'aver portato l'Europeo a 24 squadre abbia abbassato il livello tecnico, manterrà anche per l'edizione 'itinerante' del 2020 l'attuale formula.