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Abete: giorno triste per tutti ma ripartiamo

18:4810-06-2008

A colloquio con giocatori e ct, poi lo affianca giorno dopo ko

Abete:  giorno triste per tutti ma ripartiamo

(ANSA) - BADEN, 10 GIU - Al fianco di Roberto Donadoni, ma d'accordo con Gigi Buffon nel chiedere scusa agli italiani. Giancarlo Abete, capodelegazione della nazionale azzurra a Euro 2008, e il presidente federale che ha fatto firmare al ct il rinnovo del contratto per altri due anni, fino al 2010. Ora si stringe alla nazionale, ancor prima che al suo tecnico. ''Abbiamo vissuto un giorno triste e amaro: lo e' stato per tutti noi, soprattutto per i tifosi. E infatti Buffon si e' scusato con loro. Pero' la penso come Donadoni: da questa sconfitta dobbiamo ripartire, le prossime due partite sono alla nostra portata''. Abete ha parlato a lungo e piu' volte con il commissario tecnico, gia' ieri nello spogliatoio, poi a cena e di nuovo oggi; e poi ancora con molti giocatori, a uno a uno. Ora la priorita' del Club Italia e' quello di raddrizzare la rotta, evitare di dare qualsiasi segnale di disgregazione. Soprattutto rispetto a un allenatore che ha si' due anni di contratto oltre l'Europeo, ma che sa bene il suo destino: in caso di uscita anticipata, sarebbe addio. Con il ritorno di Lippi, per il quale non c'e' neanche bisogno di una telefonata. Cosi' Abete si e' voluto presentare alla conferenza stampa di Donadoni, seduto al suo fianco per mostrare il segno della sua vicinanza. Senza per altro fare a meno di marcare la distanza, indicando di fatto nelle scuse avanzate da Buffon la linea di condotta piu' apprezzata. ''Anche nella qualificazione a questo Europeo - ha ricordato Abete - partimmo in salita, con un pari e una sconfitta. Poi questa nazionale ha saputo risalire, e si e' qualificata nel modo che tutti ricordiamo. Abbiamo i mezzi per riuscirci anche questa volta: speriamo di riuscirci''. Piu' speranze che certezze, insomma. E soprattutto la consapevolezza che al pesante ko di ieri non si possono opporre difese d'ufficio. ''Sono in nazionale dall'89, quando per la prima volta fui capodelegazione - ha aggiunto Abete - In questi anni abbiamo vissuto momenti esaltanti e momenti drammatici: questo e' triste e amaro''. Ha colpito, nelle parole del presidente della Figc, la citazione del capitano azzurro, di cui e' stata apprezzata la franchezza nel valutare il peso della sconfitta. Nessuno, dal Club Italia, si azzarda a mostrare alcun segno di scollamento rispetto al commissario tecnico sotto accusa; ma e' chiaro che la sua analisi di oggi non ha convinto, a partire dalle citazioni dello 'score' della partita. Sono purtroppo i gol quelli che contano, non i tiri in porta. E poi i dati in mano al Club Italia dicono anche altro: ad esempio che il 49% di possesso palla citato dal ct e' la media dei 90', alzata a favore degli azzurri da un secondo tempo in cui il vantaggio olandese ha messo l'Italia in condizione di guidare (56% a 44%) quella inutile classifica statistica. Insomma, i numeri non sono sinceri nel dire quanto la nazionale abbia sofferto, e quel che Donadoni non puo' dire i dirigenti azzurri lo sanno benissimo. La priorita' ora e' non allargare le crepe aperte a Berna. Recuperare si puo' ancora, non solo perche' il motto e' 'la speranza e' l'ultima a morire'. Fallire pero' l'appuntamento con la Romania vorrebbe dire molto piu' di un ritorno a casa. Sarebbe un vero fallimento. (ANSA).

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