BRUXELLES - "Il fatto che Google annunci che in linea di principio è pronta a pagare per i contenuti giornalistici resta contraddittorio rispetto al suo comportamento effettivo quando si tratta di attuare le norme che tutelano i contenuti editoriali in Europa e altrove". Così in una nota le associazioni degli editori Ue dei periodici e dei giornali, Enpa ed Emma, rispondono all'annuncio di Google sulla nascita di un nuovo prodotto, Google News Showcase, che prevede un investimento di un miliardo di dollari in tre anni per sostenere l'editoria con partnership a livello mondiale.
Le associazioni sottolineano che in Francia Google ha rifiutato di negoziare il pagamento di un compenso agli editori per poter condividere i contenuti online, come previsto dalla direttiva Ue sul copyright. Mentre in Australia il gigante del web si è pubblicamente opposto al codice di condotta obbligatorio che regola il rapporto tra piattaforme digitali e società di media. "La stampa ha bisogno di diritti consolidati che non possono essere aggirati dalle grandi piattaforme tramite campagne di foglie di fico", ribadiscono gli editori.
Enpa ed Emma ritengono che le iniziative di Mountain View siano ancora anticoncorrenziali: "L'annuncio di Google - ha detto Ilias Konteas, direttore esecutivo dell'Emma e dell'Enpa - rafforza la nostra richiesta alle autorità Ue per una regolamentazione ex-ante, asimmetrica, per le piattaforme che hanno una posizione dominante sul mercato che garantisca un accesso non discriminatorio a tutte le pubblicazioni e offerte legali sulle grandi piattaforme, con un divieto di autorereferenzialità e di indebito ostacolo. Monitoreremo attentamente il nuovo servizio" ha concluso.