Chiunque lavori in un’azienda sa bene quanto sia temibile, inesorabile e dispersivo il momento della riunione, specie quando si tratta di trovare idee. Le sedute di brainstorming, stiracchiate in lunghe ed estenuanti ore di pensieri in libertà, erodono il tempo libero e lavorativo dei coinvolti: il Guardian stima che siano circa 9mila le ore che ciascun impiegato passano in riunione nell’arco della sua carriera. Ma incontri prolungati rischiano anche di avere un effetto contrario a quello desiderato, mettendo fuori fuoco l’obiettivo finale, che si tratti di prendere un’importante decisione strategica o creare un’idea alternativa e vincente, o come si dice, out of the box.
L’idea di Diesel per risolvere questo annoso problema risiede, paradossalmente, proprio in una “scatola”: si tratta di The Capsule, prototipo lanciato il 25 maggio e mostrato in anteprima al Wired Next Fest di Milano. The Capsule non è altro che una sala riunioni in miniatura, progettata per ridurre lo spreco di tempo nel corso di un meeting attraverso un preciso e sistematico tentativo di mettere a disagio i partecipanti con lo scopo di accelerare le discussioni e i processi decisionali, troppo spesso inutilmente rielaborati senza scopo. “Le migliori decisioni che abbia mai preso sono state rapide”, è la filosofia di Renzo Rosso, fondatore di Diesel, un approccio condiviso da diversi giganti dell’industria americana: il motto di Jeff Bezos ad Amazon, ad esempio, è che in una sala riunioni non dovrebbero esserci più persone di quante non possano essere sfamate con due pizze.
Il prototipo di The Capsule colpisce con forza quasi iconoclasta i punti critici della questione. Il tempo è conteggiato da un timer, quindici minuti il massimo consentito per una riunione. La stanza stessa ospita poche persone, ed è disegnata in modo tale da ridurre le distrazioni isolando gli interessati dall’esterno, e portandoli fuori dalla comfort zone, costringendoli a prendere decisioni per tempo: i quattro sedili sono volutamente scomodi per suggerire un senso di urgenza, reso ancora più impellente da una serie di dispositivi che scattano quando il tempo a disposizione sta scadere, come luci stroboscopiche che lampeggiano, folate di vento, musica ad alto volume e il tavolo di lavoro che si inclina. Un prototipo che ha il sapore della provocazione, ma che segnala in concreto l’importanza di ridurre gli sprechi di tempo, così da migliorare l’equilibrio tra la vita in ufficio e quella fuori dall’ufficio.