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People

Persi per Bowie, a Cannes applausi per Moonage Daydream / CLIP

In prima mondiale film immersivo di Brett Morgen con rarità preziose

 © ANSA
  • dell'inviata Alessandra Magliaro
  • CANNES
  • 25 maggio 2022
  • 14:44

 E' uno dei colpi di fulmine di Cannes 2022 il documentario MOONAGE DAYDREAM di Brett Morgen: una full immersion nell'universo di David Bowie che ti avvolge e quasi ti stordisce come una performance psicadelica. Il film, fuori concorso, del regista che già si era occupato nel 2016 egregiamente di Kurt Cobain, è un incredibile lavoro di archivio tra le montagne di video, esibizioni, film, rappresentazioni che la personalità unica dell'artista inglese hanno prodotto nella sua vita. Eppure Morgen riesce a trovare un filo: la voce di David Bowie (montata tra le tante interviste) . Non ci sono testimoni a parlare ma solo lui, lui e la sua arte.
       
Per realizzare Moonage Daydream, Morgen ha avuto accesso senza limiti alla collezione della David Bowie Estate, per la prima volta nella storia: 5 milioni di beni, disegni, registrazioni, film e riviste rari e mai visti prima. Il regista ha trascorso quattro anni ad assemblare il film e altri 18 mesi a progettare il paesaggio sonoro (ed è davvero un paesaggio), le animazioni e la tavolozza dei colori. I titoli di coda sono lunghi minuti: scorrono i titoli di tutte le citazioni, dei tour, dei film, delle piece di quest'uomo speciale che a 33 anni, per fare un esempio, aveva inciso 17 album, girato due film, riempito le gallerie d'arte dei suoi lavoro di pittura e scultura, avuto a Broadway il primo successo per un musicista.     Il film comincia con una citazione in cui Bowie parla di Friedrich Nietzsche secondo cui a fine Dio è morto e gli esseri umani devono diventare loro stessi. Non un caso per l'artista che ha flirtrato con la filosofia per tutta la vita.    
La biografia di Bowie (1947-2016) c'è ma come per tutto lo stile del film non è lineare, non procede classicamente (le date sono pochissime in tutto il documentario) riflettendo quello che David più volte ha ribadito: "la mia affascinazione per un linguaggio artistico che si occupa di frammenti e caos. Alla fine, se devo trovare in tutto quello che ho fatto una linea è questa, riflettere il caos, tentare di 'organizzarlo'". Clip, interviste, spezzoni dei concerti, rari video, tutto è intrecciato insieme e più che raccontare la sua vita quasi la assorbi grazie ad un montaggio e ad un sound design eccezionali (il collaboratore di Bowie Tony Visconti e il mixer del suono premio Oscar per Bohemian Rhapsody Paul Massey).     Moonage Daydream non delude le aspettative: è una immersione vera e propria anche per come è stato girato, non c'è l'idea di rimettere in circolazione materiali d'epoca ma rielaborarli, renderli nuovi. Per un fan di Bowie il film è uno scrigno di tesori.    
La musica non si ferma mai, in un continuo alternarsi, quasi dei lampi, dai primi successi giovanissimo Ziggy Stardyst di Space Oddity passando per Life on Mars, Hallo Spaceboy, Heroes e poi le riprese dei concerti con le immagini di isteria che lo hanno accompagnato fin da quando si è capito come quel ragazzo di Brixton, il quartiere di Londra pieno di immigrati afro-caraibici e ad alto tasso di criminalità, poco amato dalla madre e orfano di padre, fosse davvero unico. L'artista androgino, che provocò l'Inghilterra di inizio anni '70 dichiarando la bisessualità, usando make up, smalto e tacchi alti, è stato, ed emerge ancora di più dai video inediti del film, una persona eclettica capace di interpretare tanti ruoli.     Si accenna anche ad una fase di crisi, di conflitto interiore "vorrei essere me stesso" dice mettendo le distanze dal Bowie on stage. L'uomo che dice "per tutta la vita ho detestato la banalità e ho voluto continuamente esplorare territori sconosciuti, fare conoscenze, incontrare le persone nel mondo, essere continuamente un altro. Martedì ero buddista e venerdì mi piaceva Nietzsche", dice ad un certo punto. Dopo gli anni del boom in Inghilterra dove diventa una super star, ci sono il periodo di Los Angeles "una città che detesto", quello in America "che mi ha fatto crescere musicalmente", il periodo costruttivo di Berlino negli anni '80, quando lavora con Brian Eno "qui mi sento per la prima volta libero" e il commovente ritorno a Brixton dopo tanti anni e un concerto cittadino soldout ("è ripartita la febbre per Bowie", dicono al tg). Vita privata in Moonage Daydream pochissima, l'accenno alla madre e l'incontro con Iman, la bellissima top model somala, sposata nel 1992 che apre un periodo romantico e positivo anche nella sua musica: "ho incontrato Iman, per la prima volta la mia vita si è tinta di rosa", dice Bowie in un'intervista.     Due ore e 20 minuti con la musica che non si ferma mai, se non interrotta dalla voce dell'artista, un film irrequieto e commovente ci ha ricordato che abbiamo avuto David Bowie, il marziano sceso sulla terra

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