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Conferenza donatori per impianto di desalinizzazione Gaza

Vicesegretario UpM: 'L'obiettivo è avvio fase di realizzazione'

16 marzo, 16:29

(di Paola Del Vecchio) (ANSAmed) - MADRID, 16 MAR - "La conferenza dei donatori dovrà consolidare il sostegno politico e finanziario alla costruzione di un impianto di desalinizzazione e delle relative infrastrutture idriche, vitali per la Striscia di Gaza. Puntiamo a ottenere nel 2018 una percentuale significativa rispetto al costo totale di 562 milioni di euro, per avviare la fase di realizzazione del progetto, che dovrà essere completato entro il 2022". E' quanto anticipa, in un'intervista ad Ansamed, il segretario generale per l'Acqua e l'Ambiente dell'Unione per il Mediterraneo, Miguel Garcia-Herraiz, alla vigilia della conferenza internazionale di donanti, convocata per martedì 20 marzo a Bruxelles dalla Commissione europea e dal governo di Palestina, in partnership con l'UpM.

Attesa la partecipazione all'evento di 60 fra Paesi, organizzazioni internazionali e istituzioni finanziarie, quali la Bei, la Banca mondiale e la Banca islamica di sviluppo. La Conferenza sarà aperta dal primo ministro palestinese, Rami Hamdallah, dal commissario per la politica europea di vicinato, Johannes Hahn, alla presenza del vicesegretario della UpM.

La scarsezza d'acqua è una delle più gravi emergenze umanitarie della Striscia, dove la disponibilità di acqua dolce è tra le più scarse al mondo. "Attualmente - ricorda Miguel Garcia-Herraiz - due milioni di palestinesi a Gaza come fonte di acqua potabile si affidano quasi esclusivamente alla falda acquifera costiera, che è inadeguata a soddisfare la domanda sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo. Solo il 3% di quella pompata dalla falda rispetta gli standard di qualità fissati dall'Organizzazione mondiale della sanità.

A complicare le cose - aggiunge - si prevede che la domanda domestica aumenterà dai 103 milioni di metri cubi del 2015 a oltre 140 milioni di metri cubi nel 2035, in base a un tasso di crescita previsto del 3,2% della popolazione". Oggi, la maggior parte dei palestinesi dipende da piccole unità di dissalazione private, per convertire l'acqua salmastra in acqua potabile, ma a basso contenuto minerale. E, per di più, vulnerabili alla contaminazione.

"Oltre ad essere di bassa qualità - osserva il vicesegretario dell'UpM - questa acqua è costosa, con prezzi fino a 8,25 euro per metro cubo. A parte l'impatto negativo sulla salute pubblica, costituisce anche un importante ostacolo allo sviluppo socio-economico della striscia di Gaza, perché influisce sulla produzione agricola e sulle possibilità di sviluppo industriale".

Il rappresentante dell'UpM spiega che il Programma centrale di desalinizzazione di Gaza, che consentirà di produrre 55 milioni di tonnellate di acqua l'anno e un'equa distribuzione fra gli abitanti di Gaza, si articola su quattro pilastri: costruzione e gestione di un impianto di dissalazione e osmosi inversa (Swro) a mare; installazione di una centrale elettrica fossile in loco, di un impianto fotovoltaico sui tetti degli edifici Swr, e di una centrale elettrica off-site costituita da un impianto fotovoltaico a terra e due turbine eoliche; la costruzione di una condotta idrica nord-sud, con serbatoi di stoccaggio e per miscelare l'acqua desalinizzata con quella proveniente da altre fonti, principalmente sotterranee; implementazione di un componente per la riduzione dell'acqua senza fini di lucro, per migliorare l'efficienza a livello di sistema e ridurre le perdite d'acqua.

"L'impianto contribuirà a preservare e a ripristinare la falda costiera, che è condivisa fra palestinesi e israeliani, e allo sforzo di disinquinamento del Mediterraneo", assicura l'esperto per l'Acqua e l'Ambiente dell'organismo di cooperazione euromediterranea. Può essere messo a rischio da un possibile aumento dell'instabilità nella regione? "Siamo tutti consapevoli che si tratta di progetti per far fronte a una situazione umanitaria critica a Gaza", replica Miguel Garcia-Herraiz. "La relazione dell'Onu sulla sostenibilità della falda acquifera oltre il 2020 è un invito all'azione per tutte le parti interessate.

Il progetto è ormai maturo e conta sul sostegno politico della comunità internazionale, ovviamente quello del governo palestinese, ma anche di quello di Israele. Sono convinto - conclude - che tale supporto sarà ratificato alla conferenza dei donanti". (ANSAmed).

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