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Libano: attentato suicida contro roccaforte Hezbollah

Nella vicina Siria 6mila uccisi in appena quattro settimane

01 febbraio, 20:35

(di Lorenzo Trombetta) (ANSAmed) - BEIRUT, 1 FEB - Un attentato suicida ha scosso stasera nella valle orientale libanese della Bekaa una roccaforte del movimento sciita Hezbollah, impegnato a sostenere il presidente Bashar al-Assad in Siria dove, secondo bilanci non verificabili in modo indipendente, nelle ultime quattro settimane sono morte circa seimila persone. Un kamikaze a bordo di un'auto di grossa cilindrata si è fatto esplodere alle 18 locali (le 17 in Italia) in una stazione di benzina a Hermel, cittadina nell'alta valle della Bekaa confinante con la turbolenta regione siriana di Homs. Il bilancio è di quattro uccisi, tra cui una donna. Si tratta del settimo attentato contro una roccaforte del movimento filo-iraniano che, secondo l'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus), ha perso nella guerra siriana 271 miliziani. Dallo scorso luglio a oggi la tensione nel Paese dei Cedri si è innalzata in modo sensibile: sette attentati contro i feudi di Hezbollah; l'omicidio mirato a Beirut contro un ex ministro anti-siriano; l'assassinio di un alto esponente dell'ala militare di Hezbollah alla periferia della capitale; il duplice attentato suicida contro l'ambasciata iraniana a Beirut; la recrudescenza negli scontri armati a sfondo confessionale nel porto settentrionale di Tripoli. L'attentato odierno a Hermel non è stato ancora rivendicato, ma per la tecnica di esecuzione (gli inquirenti parlano di 20-30 kg di esplosivo) ricorda quelli già compiuti nella periferia sud di Beirut (2 e 21 gennaio) e quello portato a segno, sempre da un kamikaze, il 16 gennaio scorso nella stessa Hermel (3 uccisi). In questi casi sigle del qaedismo avevano rivendicato la paternità degli attacchi. A differenza di altri attentati compiuti in zone controllate da Hezbollah, quello odierno ha preso di mira una stazione di benzina che fa parte di una rete di attività economiche e caritatevoli gestite dalla famiglia del defunto sayyid Hasan Fadlallah, una delle autorità sciite più autorevoli in tutta la galassia sciita.

Sebbene sia stato in passato descritto come "l'ideologo di Hezbollah", Fadlallah si è più volte discostato dalle posizioni politiche e ideologiche del movimento filo-iraniano. Proprio oggi, media ufficiali iraniani hanno pubblicato per la prima volta una lista di alcuni militari caduti in Siria nell'ambito del sostegno di Teheran alla repressione della rivolta contro il regime di Bashar al Assad. E all'indomani della chiusura del primo round dei colloqui mediati dall'Onu tra regime di Damasco e opposizioni in esilio, la guerra siriana ha mietuto le sue vittime giornaliere. I Comitati di coordinamento locali degli attivisti riferiscono della morte di 51 persone, tra cui due minori e una donna. I media del regime parlano di numerosi "terroristi" uccisi. Dal canto suo l'Ondus ha fornito il nuovo bilancio delle persone uccise dallo scoppio delle violenze nel marzo 2011: 136mila circa. A fine dicembre erano 130mila, sempre secondo il conteggio parziale della piattaforma che dal 2007 monitora le violazioni in Siria. Dei 136mila uccisi, 48mila sono civili. E tra questi ultimi si contano circa 7.300 minori. Le vittime non identificate sono 2.824. Secondo l'Ondus sono circa 31mila i miliziani morti del variegato fronte delle opposizioni, e tra questi circa ottomila sono estremisti islamici jihadisti.

Nelle file del regime si contano invece - ma si tratta di stime approssimative a causa dell'assenza di bollettini ufficiali - oltre 53 mila uccisi. I miliziani Hezbollah sono 271, a cui si aggiungono 338 miliziani sciiti di altri Paesi giunti a sostegno del regime di Damasco. (ANSA). Z10/ S0B QBXB
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