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Yalla, il blog dei nuovi italiani con una marcia in piu'

Sesso, religione, razzismo: la realta' senza peli sulla lingua

05 luglio, 15:20

Il logo di Yalla Italia Il logo di Yalla Italia

(di Elisa Pinna) (ANSAmed) - Milano - L'ultimo scandalo mediatico lo ha provocato Ebla Ahmed, una giovane di origini yemenite, con le sue ricette per una carbonara halal, in cui ha sostituito la pancetta (ingrediente proibito nella cucina musulmana) con il petto d'oca. ''Una record di commenti di protesta e di proclami d'orgoglio e di italianita''', ride mentre racconta il profluvio di insulti ricevuti. I redattori e le redattrici di Yalla (www.yallatalia.it) il blog più famoso e piu' cliccato delle seconde generazioni in Italia ci sono abituati e si divertono pure. Il sito, prodotto dal mensile Vita (magazine dedicato al volontariato), e' nato per provocare, far riflettere, mandare in frantumi stereotipi, offrire una piazza dove confrontarsi e anche litigare.

Tanto che il primo numero del 2007 venne dedicato alle barzellette musulmane, e tra le tante vignette c'era anche quella di un uomo col turbante che scopriva il velo della futura sposa, , mentre lei gli sbirciava tra le mutande. Da anni la redazione di Yalla, alla periferia di Milano, e' un punto di raccordo e di iniziative. Vi fanno capo una quarantina di nuovi italiani, figli di immigrati, in maggioranza donne, determinati a fare 'rete' e ad aprirsi una strada nella vita e nella societa' italiana, consci di avere una marcia in piu' con la loro conoscenza di lingue e mondi diversi. Il loro blog, 68 mila visite mensili, parla dall'interno di una realtà che l'Italia stenta ancora a comprendere: circa un milione sono i minori di origini straniere, oltre 730 mila i nati nella Penisola. All'inizio Yalla era un inserto del mensile 'Vita' : poi si e' trasformato in blog. A coordinare tutto il lavoro e' un italiano, Martino Pillitteri, che ebbe l'idea di dare voce ai nuovi italiani, rendendosi conto, durante un corso all'Associazione Italo-egiziana, di quali potenzialita' avessero. ''Un'avventura nata per caso'', spiega. Sul blog di parla di tutto: di sesso, matrimoni misti, religione, cucina, famiglia, cittadinanza, politica, fondamentalismi. Senza peli sulla lingua. Con approcci mai scontati. Sabrina, una delle redattrici, esperta di moda e laureata in Scienze delle Comunicazioni, fa la spola tra Milano e il Cairo.

Il padre, un egiziano arrivato con un solo biglietto di andata per l'Italia, abituato a dormire sulle panchine e ad arrangiarsi alla meglio, ora e' un imprenditore di successo; si e' sposato con un'italiana, e' tornato in patria e possiede la principale azienda di biancheria intima in Egitto.

Sabrina Mandouh , che lo aiuta nell'azienda, spiega che i suoi genitori hanno deciso di non imporle alcuna religione. Lei, a diciott'anni, ha studiato la Bibbia e il Corano e poi ha deciso autonomamente: si e' fatta musulmana. ''L'Islam e' la religione che meglio sintetizza gli insegnamenti del monoteismo'', spiega. Per un paio di anni ha anche portato il velo. Adesso non piu': ma si ribella allo stereotipo che accomuna mondo musulmano ed inferiorita' delle donne. ''Se un uomo picchia la moglie e le figlie e' un animale e basta e non ha niente a che vedere con la religione'', concorda Ebla, la quale, pur avendo vissuto un periodo anche in Yemen, dice di essere stata massacrata di botte solo da un ex fidanzato italiano. Nella redazione i punti di vista non sono mai univoci: Nadia Benahmidou e' figlia di un marocchino che non e' riuscito a fare carriera in Italia ed e' rimasto un muratore. Lei ritiene che il clima difficile e violento vissuto sin da bambina in famiglia derivi in qualche modo dalla cultura e dal background del padre. ''Ho avuto un rifiuto totale per il mondo arabo e solo ora, a 20 anni, sto cercando di scoprire una parte delle mie radici''. Canta lirica al 'Carlo Felice' di Genova e studia Giurisprudenza, nella speranza di lavorare un domani in una Ong.

Fatima Kachi, con i suoi 25 anni una delle 'veterane' di Yalla, avrebbe voluto diventare maresciallo. Ma ha scoperto che non lo potra' fare. Figlia di entrambi genitori marocchini, non ha la cittadinanza italiana. ''Trovero' altre strade e altri sogni'', afferma. Tra le nuove iniziative di Yalla vi e' una partnership con BonBoard, una societa' che opera come collegamento qualificato tra le imprese italiane che vogliono crescere nei mercati internazionali e i giovani multiculturali.

A Yalla si respira gia', nonostante i tempi di crisi, l'aria del futuro. E forse anche per questo ai giovani redattori non piace essere inquadrati in definizioni datate: G2, nuovi italiani. Sono - dicono Fatima, Ebla, Sabrina e Nadia all'unisono - formule troppo lente per descrivere una realta' che si trasforma a grande velocita'. (ANSAmed).

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