Veneto

Marco Polo, il viaggio di un mercante veneziano

Una mostra sull'autore de Il Milione a 700 anni dalla morte

Redazione Ansa

(ANSA) - VENEZIA, 05 APR - A Ulan Bator, in Mongolia, c'è la statua di un uomo con lunghi capelli e barba. Indossa abiti di foggia orientale. Il braccio destro è piegato in avanti e la mano ha una posa come se stesse descrivendo qualcosa, forse al Gran Khan, la sinistra regge un libro. E' Marco Polo, morto a 70 anni nel 1324, e il libro altro non può essere che Il Milione.
    E' uno dei tanti segni della notorietà internazionale di un veneziano nato nella seconda metà del '200. Di un mercante, divenuto narratore grazie ai racconti in carcere a Genova e trascritti da Rustichello da Pisa, partito a 17 anni dalla laguna verso l'Oriente per affari, che ha attraversato Cina, India, Mongolia, Islam, Armenia e altri Paesi ancora e ne ha descritto bellezze, ricchezze, culture, usi, ambienti lussureggianti, animali, con parole di rispetto e senza giudizi.
    Alla storia del grande viaggiatore è dedicata la mostra "I mondi di Marco Polo. Il viaggio di un mercante veneziano del Duecento", a cura di Giovanni Curatola e la stessa Squarcina, nelle sale dell'appartamento del Doge di Palazzo Ducale, a Venezia, fino al 29 settembre prossimo. Una rassegna , voluta dalla Comune di Venezia e dal comitato nazionale per le celebrazioni dei 700 anni di Marco Polo Il percorso espositivo, prende avvio dalla casa veneziana di Marco, che sorgeva in un'area dove adesso c'è il teatro Malibran, da dove partì appena diciassettenne e dove face ritorno, non ricco ma benestante, per morire. Sono esposti reparti archeologici, mappe, ma soprattutto c'è il testamento redatto nel gennaio 1324 con chiare, lapidarie disposizioni a favore della famiglia. Un atto, conservato alla Biblioteca Marciana, che può essere inteso come la vera unica "voce" del viaggiatore per antonomasia. Inutili finora le ricerche per risalire a una sua credibile fisionomia. La mostra, attraverso più di 300 opere, lascia presto le acque lagunari per dare illustrazione dei mondi che il giovane Polo ha attraversato, i luoghi dove ha soggiornato, le terre che ha descritto in quel testo di infinita fortuna che è ponte tra Oriente ed Occidente.
    (ANSA).
   

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