Veneto

Trovato morto nel fiume Brenta il quindicenne scomparso a Padova

A poca distanza trovato il cellulare. Si indaga per istigazione al suicidio. Ahmed aveva inviato un messaggio inquietante sul cellulare della fidanzata

Redazione Ansa

Il pm Andrea Girlando ha aperto un fascicolo per istigazione al suicidio per la morte di Ahmed Joudier, il 15enne padovano di origini marocchine trovato morto nel Brenta ieri mattina. Inizialmente il fascicolo era aperto per sequestro di persona, il cambio di ipotesi di reato consentirà alla Procura di poter fare l'autopsia sul corpo del ragazzo probabilmente già domani o venerdì. Il ragazzo 15enne era scomparso da casa la sera di giovedì 21 aprile a Padova.

Il dottor Andrea Porzionato, che ha fatto un primo esame esterno sul corpo del ragazzo la mattina del ritrovamento sul fiume, non ha trovato segni di colluttazione o violenza, nessun segnale che lasci intendere che il ragazzo, prima di finire del fiume, abbia opposto resistenza a qualcuno, ma sarà l'autopsia a stabilire l'ora del decesso con esattezza, e a chiarire le cause della morte. Il corpo del ragazzo è stato individuato e recuperato dai sommozzatori dei vigili del fuoco all'altezza della passerella pedonale fra le frazioni di Torre e Mortise, a ridosso del punto dove era stato rinvenuto il suo telefono cellulare

La sera della scomparsa, 5 giorni fa, dal cellulare di Ahmed era giunto all'ex fidanzata un messaggio vocale dai contenuti sinistri, nel quale il ragazzo parlava di "questioni in sospeso con alcune persone", e della possibilità di morire.

Mamma Latifa non ha dubbi: "qualcuno degli amici sa qualcosa sulla morte di mio figlio". "Era un bravo ragazzo - insiste la donna - non aveva a che fare con la droga". Nel frattempo in Questura a Padova stamane stanno sfilando gli amici del ragazzino, ai quali gli investigatori stanno chiedendo se l'adolescente aveva ragioni per togliersi la vita o, viceversa, per essere ucciso da qualcuno con i quali poteva avere dei conti in sospeso. Su questo fronte continua l'esame del cellulare di Ahmed, ritrovato da uno straniero sulla passerella del fiume Brenta nel quale poi è stato recuperato il suo cadavere.

Ahmed potrebbe non essere l'unico ragazzino ad essere morto in pochi mesi perchè preso di mira da una baby gang. A lanciare il sospetto, come riportano i giornali locali, è il papà di Henry Amadasun, 18enne di origini nigeriane, che a settembre delo scorso anno si lanciò dallo stesso ponticello sul fiume Brenta. Ieri il padre del giovane, Evans, ha parlato con il suo avvocato Marcello Stellin: "troppe similitudini, le persone che hanno fatto male ad Ahmed potrebbero essere le stesse che hanno fatto male a Henry" ha detto l'uomo al legale. La famiglia è convinta che qualcuno avesse preso di mira il figlio fino a portarlo ad odiare la vita. "Da settembre a oggi abbiamo sentito tanti ragazzi e anche le loro famiglie - spiega Stellin - e presto avremo gli elementi per chiedere la riapertura del caso. Ma abbiamo trovato anche tanta omertà, credo che tra i giovani ci sia un codice particolare, che conoscono solo loro". Un codice che verrebbe usato nelle chat e nei social con profili segreti.

Leggi l'articolo completo su ANSA.it