(ANSA) - VERONA, 22 GIU - La denominazione "Valpolicella doc
Superiore", di più antico nome ma di più recente
commercializzazione, è il prodotto su cui puntare per il 93% dei
produttori della Valpolicella. A dirlo è un'indagine interna del
Consorzio di tutela vini, che sarà illustrata giovedì 24 giugno
in occasione di 'Valpolicella Superiore-A Territory
Opportunity', evento digitale per produttori, operatori e stampa
sul futuro della denominazione veronese.
"Vogliamo valorizzare il vino che più si identifica con il
territorio - afferma il presidente, Christian Marchesini - a
partire dalla ricostruzione di una identità di prodotto e di una
vision condivisa tra tutti i produttori. In particolare, un
segnale di svolta è dato dall'appassimento: sei imprese su 10
non intendono farlo, mentre i rimanenti ritengono utile solo un
breve passaggio. Complessivamente, il 94% delle aziende
rispondenti producono o commercializzano Valpolicella doc
Superiore ma, come rilevano, c'è ancora moltissimo potenziale
inespresso, a partire dalla riconoscibilità e dal
posizionamento".
Stando ai risultati della survey, che ha coinvolto un
campione di circa un terzo dei produttori/imbottigliatori del
Consorzio, per il 62,4% i consumatori italiani ignorano o quasi
il prodotto, dato che sale al 70% quando si prendono in
considerazione i mercati esteri. La stampa italiana ha una
conoscenza 'insufficiente' per il 43,6% delle aziende,
'sufficiente' per il 41,6% e 'buona' per il restante 14,9%.
Sempre secondo il punto di vista dei produttori, i principali
punti di forza del Valpolicella doc Superiore sono il profilo
organolettico (52,5% per il mercato interno e 46,5% per quello
estero) e la versatilità di abbinamento (47,5% in Italia e 38,6%
all'estero). Tra gli elementi di debolezza il 54,5% riconosce il
peso della molteplicità di stili all'interno della tipologia, ma
anche della concorrenza di altri vini della Valpolicella (43,6%,
con il Ripasso) o la mancanza di un segmento commerciale
definito (43,6%). L'Italia è il primo mercato di sbocco per i
tre quarti delle aziende (con l'horeca all'84,2% delle vendite),
nell'export è al top dei mercati la Germania seguita da Usa e
Danimarca. Sul fronte degli investimenti futuri, la metà delle
aziende punta a potenziare la presenza negli Usa, mentre quasi
un terzo (31,6%) scommettono su Germania e Svizzera.
Per i prezzi, il 38,9% delle aziende posiziona il prodotto
nella fascia oltre i 10 euro a bottiglia, il 23,2% tra i 6 e gli
8 euro, il 20% tra gli 8 e 10 euro, il 17,9% a meno di 6 euro.
Un posizionamento che si conta di migliorare in futuro. (ANSA).
Vino: Valpolicella, aziende scommettono sulla doc Superiore
Indagine Consorzio, moltissimo il potenziale inespresso