(ANSA) - ROMA, 31 LUG - Vive a Berlino ed è un migrante di
fatto anche lui, lontano dal paese d'origine, la Cina, che lo ha
ostacolato in ogni modo, arrestandolo, sottraendogli anni fa la
possibilità di viaggiare, 'confinandolo' nello studio a Pechino
e che ora, a passaporto restituito, lo fa vivere lontano. Ai
Weiwei, 60 anni il 28 agosto, è l'artista che più rappresenta la
condizione di straniamento che può vivere un migrante. Alla
Mostra del cinema di Venezia Human Flow, scelto per il concorso
di Venezia 74 (30 agosto-9 settembre), un film documentario, il
suo primo, che Ai Weiwei, paladino per i diritti umani, ha
realizzato all'isola greca di Lesbo.
La 'marea umana' (human flow) è quella dell'impressionante
crisi globale dei profughi. L'artista li ha conosciuti
direttamente a Lesbo, ma poi li ha cercati nel corso di due anni
in 23 nazioni, tra Grecia Bangladesh, Kenya, Gaza e la frontiera
messico-americana, per cercare di catturare una condizione umana
allucinante che vede oggi più di 65 milioni di sfollati.
Ai Weiwei racconta la marea dei migranti
Artista dissidente cinese in concorso con documentario politico