Oltretevere

Donne ucraine profughe, restano stress e attacchi di panico

Civiltà Cattolica su situazione delle madri arrivate in Polonia

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 04 APR - Dopo due anni dall'invasione dei russi e l'esodo di migliaia di profughi, per lo più donne con bambini, restano per gli ucraini, che vivono ormai all'estero, problemi di salute psicologica. Lo evidenzia una analisi pubblicata dalla rivista dei gesuiti La Civiltà Cattolica. In particolare viene esaminata la situazione delle ospiti del Centro dei Gesuiti per i Rifugiati in Polonia e si evidenzia che anche chi da più tempo si è stabilito nel Paese confinante "sperimenta un forte stress psicologico, attacchi di panico e depressione. Ciò che logora di più è il pensiero delle famiglie rimaste in Ucraina. C'è poi lo stress provocato dalle nuove condizioni di vita e da un ambiente sconosciuto. Infine, pesa anche la tensione che si crea tra la soddisfazione di avere un lavoro, una residenza, una scuola per i figli e il pur sempre forte desiderio della patria, l'incertezza e il non sapere per quanto tempo si dovrà restare all'estero", si legge nell'articolo a firma di padre Grzegorz Dobroczynski e Aleksandra Shadmanova.
    Dalle testimonianze emerge innanzitutto che "gli ucraini vivono in due realtà contemporaneamente. La prima è il loro Paese, che ora è in stato di guerra. Ognuno di loro ha una famiglia che non ha potuto portare con sé. Tutto quello che veniva chiamato 'casa' è rimasto lì: l'abitazione appena ristrutturata, il lavoro, i documenti, l'amore, la giovinezza, gli amici, le tombe dei cari, i progetti, i sogni... La seconda realtà è l'adattamento a un nuovo Paese: una lingua straniera, l'organizzazione dell'asilo o della scuola per i bambini, la convalida dei titoli di studio e della propria formazione, la ricerca di un alloggio". Ci sono poi i giovani che "hanno bisogno di una comunità di pari e di modelli da seguire, un adulto realizzato da voler imitare. Nel loro entourage è invece in aumento il numero di modelli distruttivi, perché bambini e giovani si trovano a vivere con genitori stressati che non riescono a fornire loro il sostegno di cui hanno urgente bisogno".
    Ma soprattutto tra le ucraine all'estero si registra "un aumento dell'incidenza delle malattie somatiche, come ipertensione, insufficienza cardiaca, vomito, eczema", evidenzia ancora Civiltà Cattolica.
    "In definitiva, molti ucraini continuano a fuggire e non riescono a fermarsi. Fuggono dal passato e dal futuro, dalla paura, dalla guerra e dalle sue conseguenze, dalla necessità di fare una scelta e di fare i conti con la catastrofe", conclude la rivista dei Gesuiti. (ANSA).
   

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