Oltretevere

Zuppi, pensare agli altri non è tradire la propria identità

Il cardinale ad Ac, 'siamo sulla stessa barca e non da estranei'

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 27 APR - Prendersi cura degli altri non significa per i cristiani tradire la propria identità: è quanto ha detto il cardinale presidente della Cei Matteo Zuppi nell'omelia della messa per l'assemblea di Azione Cattolica in corso a Sacrofano (Roma).
    "Quando pensare ad altri sembra che tradiamo qualcuno, a qualcuno può apparire perdere la propria identità. Così pensavano anche alcuni nella prima generazione. L'identità non la troviamo o non la difendiamo ad intra - ha sottolineato l'arcivescovo di Bologna - ma sempre ad extra, la perdiamo smettendo di essere lievito, sale della terra, luce del mondo e mettendola sotto il moggio di un'affermazione chiusa, che ha paura di incontrare, di illuminare tutta la stanza e quindi chiunque entra. Cosa non è nostro? Tutto è nostro ma solo se noi siamo di Cristo".
    "Siamo sulla stessa barca - ha proseguito Zuppi -, non da estranei ma da fratelli!", e "quello che ci unisce, della nostra fraternità, che non è un accessorio e non si acquista con la tessera ma con il cuore - ha detto rivolto ad Ac - ed è opera del Signore. L'abbraccio che ci unisce ai poveri, a quell'uomo mezzo morto che va sollevato e abbracciato per tirarlo su. E la solitudine, nelle varie stagioni della vita, é come un bandito che ne ruba metà. E infine l'abbraccio che unisce le persone e vince e libera dall'amicizia", ha concluso Zuppi. (ANSA).
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it