Valle d'Aosta

Usl, confermato il dato positivo sull'assistenza domiciliare

I dati Agenas riguardano uno dei parametri monitorati per i Lea

Redazione Ansa

(ANSA) - AOSTA, 02 MAG - I risultati del monitoraggio riguardo all'investimento 'Casa come primo luogo di cura' del Pnrr diffusi da Agenas "confermano il dato molto positivo relativo ai pazienti trattati in Adi (Assistenza domiciliare integrata), uno dei parametri monitorati per i Lea (Livelli essenziali di assistenza)". Lo comunica l'Usl della Valle d'Aosta.
    Gli obiettivi per il 2026 "prevedevano un incremento numerico altissimo per la Valle d'Aosta, ma già per il 2023 l'Azienda sanitaria ha interamente recuperato il gap, con un +104%, superando di slancio l'obiettivo relativo all'anno scorso e mettendosi al passo con gli obiettivi che dovrà garantire per il 2024, 2025 e 2026".
    I nuovi pazienti valdostani over 65 con necessità di cure domiciliari raggiunti nel 2023 sono stati 2.080 contro i 2.001 definiti dall'obiettivo ministeriale. "Oltre alla risposta efficace al bisogno di cure di una parte fragile e in crescita della popolazione (gli anziani), un buon funzionamento dell'Adi - spiega l'azienda sanitaria - consente al sistema sanitario un notevole risparmio, infatti la presa in carico efficace a domicilio si traduce in pazienti che non andranno più in Pronto soccorso e soprattutto non avranno più la necessità di essere ospedalizzati".
    "Parte del recupero - sottolinea il direttore generale Usl, Massimo Uberti - è dovuto a un effettivo aumento dei casi presi in carico e parte alla correzione di quella distorsione che denunciammo sui dati Lea 2021 e che peseranno ancora nel 2022: non venivano contate le Adi dove il personale Oss è messo a disposizione dalle Comunità montane (la maggioranza dei casi), in conformità alla normativa della Regione autonoma".
    A livello nazionale l'investimento 1.2.1 'Assistenza domiciliare' persegue l'obiettivo di aumentare il volume delle prestazioni rese in assistenza domiciliare fino a prendere in carico, entro giugno 2026, almeno 800.000 nuovi pazienti over 65, corrispondente al 10% della popolazione di età superiore ai 65 anni (in linea con le migliori prassi europee), rispetto all'attuale circa 5% in media tra le diverse regioni italiane.
    (ANSA).
   

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