Valle d'Aosta

Cime Bianche: Minelli, l'avvocatura non ha dato un via libera

"Va verificata coerenza del progetto con il quadro normativo"

Redazione Ansa

Nelle conclusioni del parere dell'avvocatura regionale sul prospettato impianto a fune nel vallone di Cime Bianche si evidenzia "che sono necessarie verifiche non solo in ordine alla sostenibilità ambientale ed economico-finanziaria dell'ipotizzato collegamento, ma anche alla coerenza del progetto con il quadro normativo. In buona sostanza il nodo della questione non ci pare essere sciolto: il parere dell'avvocatura non rappresenta quindi, dal punto di vista dei vincoli normativi, il via libera al collegamento". Lo scrive in una nota Chiara Minelli (Pcp) anche a nome della collega Erika Guichardaz.
    Rispetto al parere fornito, aggiunge la consigliera regionale, "ci riserviamo di fare gli opportuni approfondimenti, ma ad un primo esame emerge che per il caso specifico delle Cime Bianche, come abbiamo più volte sottolineato, vale il divieto di realizzare impianti di risalita stabilito dal decreto ministeriale del 17 ottobre 2007 - che detta, appunto, 'Criteri minimi uniformi per la definizione di misure di conservazione relative a Zone speciali di conservazione (Zsc) e a Zone di protezione speciale (Zps)' -, rispetto a deroghe previste dalla antecedente l.r. n. 8 del 21 maggio 2007. Il parere dell'avvocatura non contesta infatti l'applicabilità per la Regione Valle d'Aosta del d.m. del 2007, ma afferma che anche le disposizioni regionali, quali la legge n. 8 citata e le successive deliberazioni, fra cui la dgr 1087/2008, sono da prendere in considerazione. Quest'ultima risulta però risulta perfettamente in linea con i divieti del d.m.". 
   

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