Valle d'Aosta

Ue: Bertin, avvenire passa da integrazione dal 'basso'

"Necessaria valorizzazione delle autorità federali o regionali"

Aosta, il presidente del Consiglio regionale Alberto Bertin

Redazione Ansa

"L'ottica attraverso la quale guardare all'avvenire dell'Unione europea non è più solo quella dell'integrazione statale, ma è anche, e soprattutto, quella dell'integrazione dal 'basso'". Lo ha detto il Presidente del Consiglio Valle, Alberto Bertin, presentando all'aula una relazione sulle prospettive per le autonomie regionali, con particolare riferimento a quelle speciali, nell'ordinamento dell'Unione europea.
    L'iniziativa - come si legge in una nota - rientra nell'ambito della partecipazione della Valle d'Aosta alla Conferenza sul futuro dell'Europa, che si è sviluppata sia con il progetto "Nuove idee per l'Europa" rivolto alle giovani generazioni sia con il progetto speciale di ricerca sul ruolo delle autonomie speciali nell'ordinamento dell'UE, curato dal gruppo Autonomie Speciali Alpine nel quadro della convenzione siglata tra Consigli della Valle d'Aosta, Friuli Venezia Giulia, Trento e Bolzano e Università di Udine. "Si ritiene indispensabile una sempre più sostanziale valorizzazione delle autorità federali o regionali - ha aggiunto Bertin -aventi poteri di tipo legislativo. In un contesto sempre più multilivello, la tutela costituzionale delle competenze legislative, amministrative e di indirizzo politico rischia di venire, di fatto, compromessa se, alla stessa, non corrisponde, nell'ordinamento dell'Unione e in quello nazionale, un'effettiva garanzia di rappresentanza e di partecipazione alla legislazione e alle politiche dell'Ue, tanto nella fase di definizione (ascendente) quanto in quella di attuazione (discendente). Progressivamente, l'ordinamento dell'Unione ha creato le condizioni perché le autorità regionali svolgano un proprio ruolo. Tuttavia, non sempre le aspettative delle autonomie territoriali - e delle corrispondenti comunità - risultano soddisfatte. Guardando al futuro, tale aspetto non può essere ignorato. Ne va della tenuta stessa dell'Unione che, sebbene difficilmente potrà mai qualificarsi come 'Europa delle Regioni', ben potrebbe, invece, aspirare a divenire un''Europa con le Regioni'". 
   

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