Valle d'Aosta

Spi-Cgil, in Valle d'Aosta più poveri e cala aspettativa di vita

Sindacato pensionati denuncia, 'poche risposte dalla Regione'

Redazione Ansa

Una "speranza di vita in regresso e sempre più 'nuovi poveri' in Valle d'Aosta. Con il rischio che quello approvato a dicembre dal Consiglio regionale sia l'ennesimo bilancio di transizione, quando occorrerebbe invece agganciare le risorse stanziate nei settori più importanti come sanità, lavoro e sviluppo, nel contesto di un quadro programmatorio più solido e condiviso che permetta il raggiungimento di obiettivi strategici". Lo denuncia il sindacato dei pensionati Spi-Cgil Vda secondo cui il territorio valdostano è "afflitto da gravi difficoltà, in parte inedite e legate alla recente fase pandemica, in parte di vecchia data ma mai affrontate, che ostacolano la sua prosperità e il suo sviluppo armonioso".
    Il Defr 2022-2025 e il nuovo bilancio regionale, "approvati senza realizzare un serio e articolato confronto con le parti sociali e gli attori protagonisti dell'economia, non sembrano ancora fornire risposte concrete e mirate, in particolare per quanto riguarda la situazione del settore sanitario e sociosanitario ma non solo".
    Secondo il sindaco dei pensionati "durante la discussione del bilancio in Consiglio non sono state evidenziate adeguatamente alcuni grandi criticità dell'azione del governo locale degli ultimi anni: l'insoddisfacente livello di attuazione delle riforme avviate negli anni precedenti e riguardanti i settori strategici (assistenza territoriale, mercato del lavoro e trasporti in primo luogo), nonché il modesto grado di realizzazione degli investimenti (opere pubbliche e infrastrutture), punto dolente più volte segnalato dalle relazioni della Corte dei Conti".
    In questo contesto, nella programmazione finanziaria della Regione "non sembra emergere la consapevolezza che, tra i territori con più alta incidenza di 'nuovi poveri', secondo il recente rapporto Caritas pubblicato ad ottobre, si distingue la Valle d'Aosta (61,1%), prima ancora di Campania (57%), Lazio (52,9%), Sardegna (51,5%) e Trentino Alto Adige (50,8%)".
    Inoltre "la speranza di vita dei valdostani è regredita di quasi due anni durante il primo anno di pandemia e la nostra è oggi la regione italiana con la più bassa aspettativa di vita".
   

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