Valle d'Aosta

>ANSA-IL-PUNTO/COVID: boom positivi in Vda, rischio zona gialla

Superata soglia 10% in rianimazione, Usl 'in larga parte no vax'

Redazione Ansa

 Tra le ultime regioni in zona bianca del Nord Italia, la Valle d'Aosta rischia ora il passaggio in zona gialla. Con cinque ricoverati in terapia intensiva (seppur uno di loro, un 21enne, sarà probabilmente trasferito in reparto) la piccola regione alpina ha infatti superato la soglia del 10% di occupazione (pari a tre ricoveri), che segnerebbe l'ingresso nella nuova fascia.
    "In terapia intensiva la percentuale di non vaccinati è del 75-80%", spiega il dottor Guido Giardini, direttore sanitario dell'azienda Usl della Valle d'Aosta. Con l'incremento dei ricoverati nei reparti ordinari (51 persone al momento) l'ospedale Parini intanto sta per aprire il reparto Covid-3, che trova spazio nella chirurgia generale. Una situazione che pone la Valle d'Aosta al primo posto in Italia per il tasso di occupazione dei posti letto (45%), secondo i dati Agenas del 3 gennaio diffusi oggi.
    Nelle ultime 24 ore sono stati 468 i nuovi casi di Covid-19 rilevati a fronte di 3.739 tamponi eseguiti. Nonostante i 210 guariti registrati è stata comunque superata la soglia di 3.000 (3.089) attuali contagiati.
    Sul fronte dei vaccini, prosegue al ritmo di oltre 1.000 dosi al giorno la somministrazione della terza dose, ricevuta ormai da più di 42 mila persone.
    Proprio riguardo all'immunizzazione, la procura di Aosta ha chiesto l'archiviazione per le due dottoresse indagate nell'ambito dell'inchiesta sulla somministrazione del siero. Si tratta del medico Helene Imperial e Laura Plati, rispettivamente funzionaria dell'assessorato alla Sanità e infermiera dirigente dell'Usl (addetta al coordinamento degli operatori di InfoVaccini). Secondo l'ipotesi iniziale degli inquirenti, durante la prima fase della campagna vaccinale, Imperial aveva trasmesso a Plati i nominativi di una decina di persone a lei vicine - parenti e amici - affinché venissero inseriti nell'elenco dei soggetti da vaccinare nonostante non ne avessero ancora il diritto. I difensori hanno prodotto memorie e al termine delle indagini la procura ha verificato che non sono stati commessi illeciti, che in quel periodo i vaccini erano sufficienti per tutti e che non sono stati sottratti ad altre persone.
   

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