Valle d'Aosta

Carceri, su Brissogne confronto Regione Vda-Provveditore

Lavevaz, importante stabilizzare direzione casa circondariale

Redazione Ansa

Un confronto sul nuovo Protocollo d'intesa tra il Ministero della Giustizia e la Regione Valle d'Aosta relativo alla gestione della casa circondariale di Brissogne: alla riunione hanno partecipato, tra gli altri, il Presidente della Regione Erik Lavevaz, l'Assessore alle Politiche sociali Roberto Barmasse e il Provveditore regionale del Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta del Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria, Pierpaolo D'Andria.
    Il nuovo Protocollo - come spiegato in una nota - "andrà a prendere il posto di quello sottoscritto nel 2007 e ridefinisce il quadro dell'azione su alcuni dei temi centrali della vita dell'istituto carcerario valdostano: tra questi figurano la gestione della sanità carceraria, che è in capo alla Regione, il lavoro sul reinserimento sociale e lavorativo (formazione, alfabetizzazione linguistica e informatica), il benessere delle persone detenute e di tutto il personale coinvolto nella gestione della struttura".
    "Il nuovo Protocollo - commenta Lavevaz - pone le basi per un rilancio della collaborazione tra il Ministero e gli enti del territorio, a partire dalla Regione, consentendo di costruire un dialogo costante che possa essere fruttuoso per tutti i soggetti coinvolti. Lavoriamo per fare in modo che la complessità del sistema della Casa circondariale possa armonizzarsi con il contesto valdostano".
    "Credo sia importante lavorare - aggiunge - al fine di ottenere una stabilizzazione della direzione della casa circondariale e un organico dell'istituto adeguato alle esigenze di rieducazione e di sicurezza del medesimo. Una certa stabilità e omogeneità della popolazione carceraria potrà costituire un'importante garanzia per la buona riuscita delle iniziative di istruzione, formazione e avvio di attività economiche e lavorative sostenute dalla Regione. Sarà centrale, in questo senso, il ruolo del Garante dei detenuti, così come l'azione fondamentale del volontariato carcerario".
   

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